Calabrò non fa sconti all’amministrazione, in Consiglio secondo round per la Tares

“Perché non è ancora stata costituita l’Aro? Perché Messina ha rinunciato alla leadership della Srr? Dov’è finita la delibera sui debiti fuori bilancio con l’Ato3 e la richiesta di accesso al fondo di rotazione regionale?” Lo ha chiesto oggi Felice Calabrò che è tornato a Palazzo Zanca, ancora una volta nell’aula del Consiglio Comunale, per sapere cosa sta facendo l’amministrazione comunale per un settore cruciale: la gestione rifiuti. Con il piglio di chi ha sempre fatto opposizione senza sconti a nessuno, Calabrò ha posto la lente di ingrandimento su quelli che sono stati i fatti degli ultimi mesi e sull’impressione, o certezza, che questa amministrazione non abbia gli strumenti per approntare una programmazione seria e dare risposte in termini concreti ai cittadini.

Insieme a Calabrò un gruppo di consiglieri comunali, c’erano David, Cucinotta, Cantali, Cardile, Vaccarino, preoccupati soprattutto del fatto che neanche il Consiglio ha contezza di quale sarà il futuro in tema di rifiuti. C’è il regolamento Tares ma non è ancora chiaro quanto sarà grossa la batosta della nuova tassa sui rifiuti. C’è la mancata creazione dell’Aro, l’area di raccolta ottimale, che consentirebbe al Comune di gestire il servizio in materia autonoma, con la redazione del Piano d’Ambito e la possibilità di avviare una più concreta politica degli impianti. “Basterebbe una semplice delibera per cosituirla” ha ammonito Calabrò che non ha risparmiato toni altrettanto duri contro l’atteggiamento adottato sulla delibera Ato3. “E’ vero che i debiti con Tirrenoambiente si trascinano da anni, è anche vero però che la società si è sentita presa in giro dal balletto sulla delibera che il Consiglio ha corretto tre volte, che è stata presentata, ritirata e della quale non si è saputo più nulla. Credo che quel documento difficilmente tornerà in aula perché come si può pensare di approvare debiti fuori bilancio quando non esiste un bilancio?” chiede Calabrò. Con l’incognita che intanto non ci sia neanche più la possibilità di accedere al fondo di rotazione. Un altro affondo contro il silenzio sul contenzioso tra Ato e Messinambiente, contenzioso da 25 milioni di euro che però l’amministrazione non ha inserito in quella delibera. Tutta una serie di dubbi che hanno fatto dire a Calabrò che più che un palazzo di vetro pare di essere davanti ad una campana opaca.

Di rifiuti si è poi continuato a parlare in Consiglio per il secondo round sul regolamento Tares. In discussione ancora emendamenti durante la seduta finita nel pomeriggio. Il dibattito è ripartito dall’art. 20, ovvero quello sulle riduzioni per le utenze domestiche che effettuano la differenziata. Il consigliere Carreri aveva proposto di eliminare la possibilità di riduzioni collettive, ad esempio premi per certe zone che si distingueranno particolarmente, per evitare il rischio evasione già abbastanza alto o discriminazioni. Proposta che però non ha trovato il voto favorevole dei colleghi. Accolti invece due emendamenti proposti dalla consigliera Antonella Russo, uno che fissa i termini per presentare le istanze per ottenere riduzioni e agevolazioni fino ad esaurimento delle somme messe a disposizione annualmente e che rende pubblici i criteri con i quali andrà redatta la graduatoria tra gli aventi diritto, l’altro che regola un passaggio più tecnico per quanto riguarda le sanzioni. Restano però i dubbi su come sarà poi effettuata la tariffazione e soprattutto sulle modalità di verifica e controllo che si intendono mettere in atto per avviare questa politica degli “sconti” per i virtuosi. Altro dubbio: perché l’art.13 del regolamento, quello che appunto determina i criteri di tariffazione, richiama la legge del 1999 e non quella del 2011, come ad esempio hanno fatto comuni che in materia di gestione rifiuti sono più virtuosi? La domanda al momento non ha risposta. Il consiglio tornerà domani alle 12 per continuare ad esaminare il regolamento che, non dimentichiamolo, doveva essere approvato entro il 31 ottobre.

Francesca Stornante