Il debito nei confronti dell’Ato sfiora i 30 milioni di euro, Croce lo spalma in dieci anni

Il debito complessivo dell’Ato 3 ammonta ad euro 29. 677.553,09 e sarà azzerato in dieci anni. E’ quanto emerge dal “Piano di rientro dal debito” allegato alla delibera sulla situazione debitoria della società d’ambito istruita dal dirigente alle società partecipate Antonino Cama e firmata dal commissario straordinario Luigi Croce. Il provvedimento è già approdato in Commissione bilancio, ma è proprio in questa sede che molti consiglieri comunali hanno mostrato non poche perplessità in merito alla proposta, su cui anche il ragioniere generale, Ferdinando Coglitore, ha emesso un parere vincolato .

Per fare chiarezza sulla questione, che è fondamentale nell’ottica di risanamento delle casse di Palazzo Zanca, è stata convocata per domani mattina (martedì 18 dicembre) una seduta straordinaria della prima commissione consiliare, alla quale sono stati invitati a partecipare i “proponenti” Croce e Cama, il ragioniere Generale Coglitore, il commissario liquidatore dell’Ato, Michele Trimboli, e quello di Messinambiente, Armando Di Maria. I rappresentanti del Civico Consesso vogliono capire perché venga chiesto loro il riconoscimento “preventivo” del debito fuori bilancio. La delibera proposta dal commissario impegna, infatti, il Consiglio comunale a «riconoscere la legittimità del debito fuori bilancio di 17.477.453,19», imputabile alle fatture emesse dalla società d’ambito in liquidazione per i servizi di igiene ambientale per gli anni 2007, 2009, 2010 e 2011.

Ai quasi 17 milioni e passa di euro, iscritti in unico debito fuori bilancio ma frutto di un ricorso perso al Tar e di varie fatture non pagate, va aggiunta la somma di euro 3.217.106,75, quale debito derivante da transazione approvata con deliberazione del Consiglio comunale n.128 del 2006. Il totale ammonta a euro 20.694.659,84 che, secondo quanto scritto nella delibera, è il debito complessivo alla data del 31 dicembre 2011 nei confronti della società d’ambito, per il quale si chiederà alla Regione di intervenire, così come previsto dalla normativa in materia, recentemente modificata dalla Legge Regionale n.26 del 9 maggio scorso.

Approvando la proposta deliberativa di Croce, il Consiglio darebbe il via libera alla richiesta di «anticipazione all’amministrazione regionale di risorse finanziarie pari a euro 20.694.659,84 per l’integrale pagamento dei debiti maturati nei confronti della società d’ambito alla data del 31 dicembre 2011 derivanti dal servizio di gestione integrata rifiuti».

Non basteranno, però, quei quasi 21 milioni di euro per ripianare tutti i debiti dell’Ato che, come detto, sfiorano i 30 milioni di euro, dovendo ancora il Comune “rimborsare” la Regione di due precedenti anticipazioni, restituite solo in minima parte o non ancora restituite, dell’importo rispettivamente di euro 5,2 milioni ed euro 3.782.893,25.

Per azzerare il debito dell’Ato, pari a 29. 677.553,09, Croce ha messo a punto un piano di rientro decennale, prevedendo «la restituzione dell’anticipazione dell’Amministrazione regionale in dieci annualità, con quota annuale pari a euro 2.967.755,3». La quota annuale dovrà essere prevista nei bilanci degli esercizi finanziari del Comune a decorrere dall’esercizio finanziario 2013 e fino all’esercizio finanziario 2022.

Attraverso la delibera istruita dal dirigente Cama, il commissario Croce impegna, infine, il Consiglio comunale a dare atto che sono state modificate le tariffe Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), da cui di si prevede di incassare, per l’anno 2012, euro 31.720.000,00 e che il Piano Economico Finanziario dei servizi per l’anno 2012 assestato al 30 novembre 2012 trasmesso dalla società d’ambito prevede a carico del Comune la somma di euro 42.417.262,45. Alla differenza, pari ad euro 10.697.262,45, verrà data copertura finanziaria con fondi del bilancio comunale 2012 in corso di formazione.

Proprio su questo aspetto ruota il vincolo posto da Coglitore sul suo parere, che è « favorevole, a condizione che nel redigendo bilancio di previsione venga prevista la differenza non coperta con i proventi della Tarsu sino all’ammontare di euro 42.417.262,45». (Danila La Torre)