Debiti da spalmare in 30 anni, Accorinti chiama a raccolta la deputazione messinese

Rateizzare il debito in 30 anni per rendere il piano di riequilibrio più sostenibile. L’amministrazione di comunale va avanti nella sua “mission” e vuole adesso condividerla con tutta la deputazione messinese. Il sindaco Renato Accorinti ha infatti deciso di chiamare a raccolta i parlamentari messinesi, dando loro appuntamento lunedì mattina alle ore 10 a Palazzo Zanca. Al centro dell’incontro ci sarà la proposta presentata al tavolo tecnico ANCI-Governo dedicato alle problematiche del dissesto/predissesto.

I Comuni in predissesto chiedono che venga applicato l’istituto della “transazione fiscale”, consentendo il taglio di interessi e sanzioni e una rateizzazione dei pagamenti fino a un massimo di trenta anni. «La nostra proposta , condivisa da tutti i Comuni in predissesto – afferma il Sindaco Accorinti – aiuta a pagare i debiti accumulati nei decenni passati, evitando che il riequilibrio finanziario passi per la soppressione dei diritti essenziali dei cittadini».

La scorsa settimana una delegazione di sindaci, di cui faceva parte anche Accorinti, ha partecipato ad una riunione al Viminale: «Il Ministero dell’Interno – spiega ancora il primo cittadino – ha ascoltato con attenzione e visto con favore quanto proposto, ma occorre ancora superare qualche perplessità tecnica. Per questo vogliamo incontrarci coi nostri parlamentari per chiedere loro di sostenere in ogni modo questa iniziativa e valutare le modalità di intervento che potranno essere ritenute più idonee. Si tratta di una misura importante, che parte da Messina ma non riguarda solo la nostra città».

A spingere per la «trentennalizzazione del debito» c’è anche l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Signorino: «In tal modo – afferma l'ex vice-sindaco – l’intero debito fiscale e previdenziale dei Comuni e delle società partecipate sarebbe più gestibile e ciò renderebbe maggiormente sostenibile il percorso del riequilibrio finanziario. In un contesto di crescenti rigidità di gestione e di continue riduzioni di risorse (circa 30 milioni in meno tra riduzione del fondo di solidarietà e minori trasferimenti dallo Stato e dalla Regione nel solo 2015), non chiediamo di cancellare il debito, ma di creare le condizioni per la sostenibilità anche sociale del suo pagamento».