Un grosso punto interrogativo sul futuro del punto nascita dell’ospedale Piemonte

«Quale futuro per l’ospedale Piemonte?». A chiederlo è la Fp Cgil, per voce della sua segretaria generale Clara Crocè. L’allarme deriva dalle incessanti notizie circa una probabile chiusura del reparto di Ostetricia dello storico nosocomio di viale Europa caldeggiata dall’assessore alla Sanità Russo, nonché da un continuo depauperamento di risorse umane dal Piemonte al Papardo operato, secondo la Crocè, «in modo a dir poco “dittatoriale” dal direttore generale Armando Caruso». Il vero nodo è certamente il piano della Regione di chiusura dei punti nascita, che prevede, appunto, che tra Piemonte e Papardo potrà rimanere in piedi solo un reparto di Ostetricia. Il che significa che o il centro città o l’intera zona nord rimarranno “scoperte”. Inaccettabile, ovviamente, sia il primo che il secondo caso.

La Fp Cgil ha richiesto un incontro urgente a Caruso «per avere risposte certe ed impegni precisi e concreti – dichiarano Clara Crocè e Carmelo Pagana, responsabile settore sanità della Fp Cgil -, in quanto convinta che la direzione generale sta operando un subdolo smantellamento del punto nascita del Piemonte per portarlo al collasso ed alla conseguente chiusura, con notevoli disagi per i lavoratori ma soprattutto per la cittadinanza, già in passato privata del glorioso ospedale Margherita, che si ritroverebbe così solo con due poli ospedalieri, troppo pochi per una città che per conformazione geografica si estende in lunghezza e che ha alle spalle una storia di rischio sismico nefasta. A questo si aggiunge la spada di Damocle della inutile opera di costruzione del Ponte, la quale, nella malaugurata ipotesi di apertura dei cantieri, renderebbe quasi impossibile la fruizione normale del Papardo da parte dei cittadini».