Ancora uno schiaffo a Messina: è fuori dai 7 miliardi destinati alle città metropolitane del sud

Mentre le immagini delle file con i bidoni e dei rubinetti secchi fanno il giro d’Italia Messina viene tagliata fuori dal Piano per il sud, viene cancellata dalla mappa delle CITTA’ METROPOLITANE. E la cosa che più fa arrabbiare è che mentre tagliano Messina tra le Città Metropolitane che avranno i soldi del Piano per il sud inseriscono Taranto, che Città Metropolitana non è, ma che, evidentemente ha “più santi in paradiso” di noi. Stiamo parlando i 7 miliardi per il sud, senza dimenticare i contributi previsti per le partecipate dai soggetti pubblici.

L’appello, anzi il grido di dolore : SOS COSì SI MUORE, lo ha lanciato questa mattina su Facebook il professore Michele Limosani che ha strascorso gli ultimi anni a cercare di svegliare coscienze e animi pigri ad una politica attiva e soprattutto incisiva e che guardi all’Europa.

“Il governo presenta ufficialmente il Master Plan sul Mezzogiorno, ossia il quadro di riferimento entro cui si collocheranno le scelte operative di intervento per il sud, scelte in corso di definizione nel confronto che vede come attori principali il governo centrale, le regioni, le città metropolitane- scrive- Ingenti risorse finanziarie provenienti dai fondi strutturali (FESR e FSE), circa 95 miliardi di euro, dalla clausola di investimenti attivata in sede europea, – che mette a disposizione risorse finanziarie per il 2016 pari a 11 miliardi di cui 7 per il sud– per non parlare dei contributi previsti dalle imprese partecipate dai soggetti pubblici, Finmeccanica, ENEL, ENI, FINCANTIERI. Una massa ingente di risorse finanziarie da destinare al mezzogiorno nell’arco di tempo 2016-2023. Decisivo in questo piano sarà il contributo e la partecipazione delle amministrazioni regionali e locali chiamate a definire con il governo centrale i “patti per il sud. Il governo infatti si è attivato per costruire 15 patti per il sud, uno per ognuna delle 8 regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) e uno per ognuna delle 7 città metropolitane (Napoli, Bari, Taranto, Reggio Calabria, Palermo, Catania e Cagliari). L’obiettivo dei patti è quello di definire gli interventi prioritari e trainanti, le azioni da intraprendere, il timing e le modalità degli interventi.
Certo, un pò stupisce che lo stesso governo non sappia che Taranto non è città metropolitana. Ma quello che più mi preoccupa in queste ore è il fatto di non trovare Messina. Siamo o no città metropolitana? Perché alla nostra città viene negata la possibilità di accedere alle risorse finanziarie previste dal Piano? Chi rappresenta gli interessi della città metropolitana? La città vive uno stato di isolamento che ci sta portando alla deriva; mai come oggi appare evidente l’assenza di credibilità, di una progettualità e di una significativa rete di relazioni politiche regionali e nazionali che ci tiene lontani dalla partecipazione ai tavoli che contano, lì dove si decide il futuro del paese e dei nostri territori, a differenza, ahimè, di quanto accade per Catania e Palermo.Continuando così la nostra città è destinata a morire. Continuare così significa rubare il presente e il futuro alle nuove generazioni, che rappresentano l’unica possibilità di rinascita della città”.

Nè si può dire, aggiungiamo noi, che la colpa dell’assenza di Messina dal patto per il Piano del sud sia da attribuire al fatto che la ridicola riforma delle Città Metropolitane in Sicilia non sia stata partorita, dal momento che Palermo e Catania nel Piano risultano eccome. Il fatto è che SIAMO INVISIBILI. Non siamo credibili.

E proprio la gestione dell’emergenza idrica ci sta facendo capire perché il nostro declino prosegue inesorabilmente.

Sulla vicenda è intervenuto Accorinti: "Esprimo sconcerto per l'assoluta mancanza di attenzione nei confronti delle necessità della nostra Città, tagliata fuori inopinatamente dai progetti e dagli investimenti assolutamente necessari per questo territorio. Invito tutta la deputazione nazionale a farsi carico con immediata urgenza, insieme alla nostra Amministrazione, di un problema che rischia di dare un altro duro colpo alla fragilità strutturale ed economica che scontiamo pesantemente da decenni. Il Governo compie un grave errore, tecnico ed istituzionale, a cui dovrà porre rimedio. Abbiamo da tempo presentato progetti che attendevano proprio l'occasione del master Plan per potere avviare la messa in cantiere, questa assurda decisione, incomprensibile per le scelte fatte, non deve essere consentita. Abbiamo già inviato una richiesta di interlocuzione al ministero dell'Economia perché l'importanza strategica di Messina nell'assetto infrastrutturale e logistico del Paese deve essere fatta valere, e' urgente però che la questione venga fortemente ribadita da tutti i parlamentari nazionali in tutte le sedi".

Ancora più bizzarra la situazione se si legge, in base a quanto scrive il parlamentare Enzo Garofalo, che l’idea del Masterplan per il sud nasce da una proposta di Area Popolare che può vantare, oltre appunto a Garofalo stesso, anche messinesi come il presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia. Una svista che lascia attoniti.

"L’idea di varare un ‘masterplan’ per il sud- scrive Garofalo- seguendo la proposta di Area Popolare che si è battuta perché il meridione entrasse a pieno titolo nei programmi di Governo, è senza dubbio apprezzabile. Nell'elenco delle città metropolitane che stanno predisponendo il patti per il Sud manca Messina, città metropolitana appunto, il Governo la inserisca. Il sottosegretario De Vincenti ha incontrato, nei giorni scorsi, i governatori del sud e i sindaci delle città metropolitane per avviare un confronto che dovrebbe portare alla costituzione di 15 patti per il sud. Tra i sindaci convocati manca quello di Messina. Non invitare Messina al tavolo di concertazione nel quale verranno definiti opere cantierabili e progetti di sviluppo industriale è una grave dimenticanza alla quale occorre porre rimedio. Non solo perché è una delle città metropolitane siciliane insieme a Catania e Palermo e, dunque, dovrebbe sedersi di diritto a quel tavolo, ma anche perché riveste, come più volte Area popolare ha sottolineato, un ruolo strategico nell'ottica dello sviluppo dell'intero territorio nazionale”.

A seguire è un coro di protesta.

LA CISL: “E' inconcepibile che nel nostro Paese per l'incuria in cui si tiene il territorio, per la mancanza di investimenti ma anche di senso di responsabilità, siano sempre i cittadini a pagare-scrive la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan- Le frane continuano a creare disagi e disastri sul territorio nazionale. I cittadini di Messina sono stati privati per l'incuria in cui si è tenuto il loro territorio di un bene indispensabile alla vita, che è l'acqua. Le istituzioni intervengano immediatamente ritrovando un minimo di senso di responsabilità, con interventi mirati, ma anche con una prevenzione che salvaguardi la cittadinanza da questi disastri".

D’ALIA- “ Presenterò un'interpellanza urgente al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per capire le ragioni che hanno portato a escludere Messina dal masterplan per il Sud. C’è anche da chiarire se l'amministrazione comunale, in questi mesi, ha interloquito con il governo centrale e con quali proposte. Il masterplan è un documento aperto alle regioni e città metropolitane e che ancora di più fa capire l'importanza dell'istituzione di questi recenti enti intermedi dai quali passerà gran parte dello sviluppo economico e infrastrutturale dei nostri comprensori".

LA CGIL- Stupirsi dell’esclusione di Messina dal Masterplan è inutile – dichiara il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano – La vicenda conferma ciò che era chiaro già da tempo, ovvero che la città metropolitana di Messina continua a non avere alcuna considerazione nei progetti di sviluppo di questo Paese a causa della scarsa rappresentanza che continua ad esprimere. Viaggi incontri e sorrisi con autorevoli esponenti del governo, lo dimostrano purtroppo i fatti, non producono nulla se le richieste non sono frutto di un progetto strategico condiviso e soprattutto se non sono sorrette da tutta la città. Negare ad una sola delle 3 città metropolitane dell’isola la sottoscrizione del Patto che andrà ad integrare il Masterplan per il Mezzogiorno significa non avere alcuna possibilità di accedere ai progetti ed agli investimenti per miliardi che il Governo intenderebbe attivare attraverso i fondi europei. Viene così praticamente negata a Messina l’ultima chance per determinare il proprio sviluppo. Messina non può e non deve essere condannata all’emergenza. Per questo chiediamo resilienza all'Amministrazione comunale del capoluogo e alla deputazione tutta e chiediamo loro di promuovere una vertenza unitaria "Messina" con una piattaforma da condividere con parti sociali e forze politiche tutte, senza eccezioni, per pretendere che Messina non venga scartata”.

D’UVA-M5S- “E’ assolutamente inaccettabile che, proprio in queste ore, il Governo possa dimenticarsi di Messina, una città in ginocchio da 10 giorni sopratutto a causa dell'abbandono a cui in questi anni è stata costretta. Se questo Governo avesse un minimo di serietà, ed intelligenza politica, vista la grande risonanza che ha avuto l'emergenza idrica in queste ore, l'avrebbe inserita in cima alla lista delle città con urgente bisogno di un intervento economico. Ed invece c'è ancora chi crede che qualcuno oggi nell'esecutivo abbia veramente a cuore le sorti dei messinesi. Ricordo poi all'amministrazione messinese, la quale puntualmente, in caso di emergenza, chiama in causa la deputazione cittadina, che noi siamo sempre pronti a lavorare per la nostra città. Gli appelli fatti a mezzo stampa, però sono utili a poco, servono solo ad alleggerire le proprie responsabilità”.

Intanto becchiamoci quest'altro schiaffo. L'ennesimo.

Rosaria Brancato