sanità

Piemonte, chiusa urologia. Azione parla di “mala gestio”, Rao risponde

Il reparto dell’ospedale di centro città a Messina non accetta ricoveri e non si effettuano interventi. I dirigenti regionali di Azione Sicilia accusano la dirigenza di mala gestio. Dai vertici della struttura sanitaria arriva l’ammissione che la struttura. Rao apre al dialogo e spiega: “Pronti a implementare la pianta organica”

“Il reparto di urologia dell’Ospedale Piemonte è ridotto ad ambulatorio con orari da ufficio pubblico. Il tutto non accade per cause fortuite e imprevedibili che hanno determinato tale situazione, bensì per una gestione che non esitiamo a definire inadeguata da parte della governance del nosocomio”, dicono i rappresentanti del partito di Carlo Calenda.

“Un reparto per le cui strumentazioni, con tecnologie avanzate (tra cui il Robot Da Vinci), sono stati spesi milioni di euro. Soldi pubblici che rischiano di restare inutilizzati – già in questi giorni è così – per mancanza di programmazione e organizzazione da parte dei vertici aziendali.”

In quasi tre anni sono stati quasi mille gli interventi chirurgici registrati, nonostante tutte le condizioni sfavorevoli: chiusura sale operatorie, emergenza Covid con trasferimento del reparto in locali già in uso ad altre realtà (accorpamento a chirurgia e ortopedia in totale promiscuità), ma soprattutto un organico sottodimensionato dal settembre 2020.

Sono infatti solo 3 i sanitari che operano nel reparto, dei quali 2 soltanto abilitati ad operare e al momento fuori servizio entrambi. Ad oggi non risultano banditi concorsi. E anche questa è una faccenda su cui sarebbe giusto si dessero spiegazioni.

“Le direzioni del nosocomio devono rispondere in modo puntuale e spiegare la ratio di questo disservizio nonché illustrare quali siano le soluzioni e i tempi certi nei quali si concluderà questa vicenda assurda”, concludono gli esponenti di Azione.

“E’ un problema che esiste ma non è imputabile alla gestione – risponde il direttore sanitario Pippo Rao – ma alla carenza di medici specializzati. L’azienda ha da tempo espletato i bandi per implementare la pianta organica ma nessuno risponde.”