Festa in Galleria e a Messina: “perchè il Natale quando arriva arriva…”

L’immagine della folla di domenica nella Galleria Vittorio Emanuele sotto una pioggia di luci alle 11 del mattino, intorno ad un albero di Natale, con lo stupore di scoprire una bellezza luminosa che è lì da quasi un secolo, è la fotografia dei messinesi oggi. In quegli occhi che scoprivano che sotto la sporcizia incrostata da anni, sotto le pareti imbrattate, dietro l’incuria e il vandalismo c’era quel tesoro che i nostri nonni ci hanno lasciato, c’era la voglia di Natale, di cose semplici, di cose normali in una città normale.

Lavorare per una testata on line consente di capire dove va il “sentire” dei lettori. Per ogni articolo conosciamo le visualizzazioni. Nella top ten, inarrivabile, c’è la cronista di nera Veronica Crocitti. A lei bastano dieci righe su uno scippo per fare il boom di contatti. Seguono meteo e cucina. Il gossip politico se la cava bene e ci sono parole “chiave” che scatenano il web e la curiosità. Ma in queste settimane qualsiasi articolo pubblicato sui piccoli e grandi eventi che hanno finalmente acceso il Natale in una Messina grigia, ha registrato impennate impreviste.

Anche la notizia del Grinch di Messina che non ha voluto il Villaggio di Babbo Natale è stato in grado di superare di gran lunga gli arresti della Crocitti.

Questi numeri hanno un solo significato: Messina ha sete di normalità.

Prendiamo la Galleria Vittorio Emanuele: non è stata un’operazione costosa, una manutenzione mastodontica, con tempi biblici e tavoli di concertazione. E’ bastato semplicemente dopo 3 anni di ostruzionismo da parte dell’amministrazione, mettere insieme chi aveva qualcosa da proporre e chi aveva qualcosa da fare.

L’assessore Daniela Ursino, la meno accorintiana della giunta, ha fatto la piu’ semplice cosa: ha messo insieme chi aveva voglia di dare, e chi sapeva fare.

La Ursino ha applicato il concetto di partecipazione e condivisione tanto caro al sindaco nei proclami quanto raramente applicato in questi anni.

Sotto l’albero a festeggiare c’erano gli studenti del Verona Trento, i privati, gli esercenti della Galleria, i sostenitori economici, la Banca Antonello, la sovrintendenza, le imprese che materialmente hanno realizzato gli interventi.

Ognuno ha messo qualcosa e la squadra ha vinto. Bastava solo saper ascoltare e non chiudersi in una torre d’avorio.

Adesso, fatto risplendere quel salotto buono, occorre “viverlo”, riempirlo di contenuti ed eventi.Anche questo si può fare in squadra.

E i messinesi non aspettano altro che fare comunità e avere occasioni per uscire, incontrarsi, vivere i propri tesori, dibattere, guardare mostre, passeggiare.

Come nella Galleria, come all’inaugurazione del Museo, come alle feste dell’Accensione a Piazza Cairoli, come nell’isola pedonale, ApolloArte.

Eppure appena giri l’angolo, se passeggi lungo il viale, la magia sparisce. Le luci sono là dove i privati si sono uniti, associazioni, volontari, categorie, commercianti, imprenditori. Ma se giri l’angolo le luci si spengono.

Venerdì scorso è andata in scena in Commissione Patrimonio la politica del giorno dopo. All’ordine del giorno della seduta, per volere del presidente, Daniele Zuccarello, era la vicenda del Villaggio di Babbo Natale. Presenti alla seduta, l’imprenditore Lello Manfredi che con Sud Dimensione servizi e Slow Food ha presentato il progetto a novembre e l’assessore Signorino.

La seduta non era più “cronaca” quanto piuttosto “storia”, dal momento che il Villaggio di Babbo Natale è finito nel cestino dopo un periodo di tira e molla, con conseguenze serie per gli imprenditori che avevano deciso di investire nell’idea. Scambiato per il mercatino di Natale il progetto è rimasto intrappolato negli uffici del Dipartimento e nelle maglie di un regolamento obsoleto, fin quando è stato troppo tardi anche per inserirlo nel calendario degli eventi promossi dall’amministrazione comunale. Dopo il no del Teatro Vittorio Emanuele e quello della giunta il Villaggio è rimasto un’occasione persa. Quando l’assessore Signorino, fuori tempo massimo, il 12 dicembre ha contattato Manfredi per proporre in alternativa all’area del Vittorio, piazza Cairoli, non c’era pi tempo. La pista di ghiaccio è stata realizzata all’Unime grazie al Cus, mentre chi vuol vedere le caratteristiche casette del Villaggio natalizio e i prodotti artigianali e lo slow food, dovrà andare altrove. Oppure, come dichiarato dall’amministrazione aspettare il Natale 2017, ammesso che il regolamento preistorico che non è stato sfiorato in 3 anni venga modificato in tempo.

Eppure c’erano imprenditori pronti a investire, artigiani pronti a scommettere per rialzarsi. E messinesi che hanno sete di festa, di normalità. Messinesi che affollano il Cristsmas Cairol, la via dei Mille, via San Filippo Bianchi, vanno a Ganzirri, Torre Faro, Castanea, Rometta, San Saba, ovunque vi sia il calore del Natale, ovunque si respiri normalità.

Quel villaggio negato al Teatro, a Milano è realtà da anni persino davanti al Duomo. Quel che nelle Gallerie di Napoli, Milano e Roma è normalità qui da noi è l’eccezione.

I messinesi che accorrono ad ogni evento sono un solo coro: sete di normalità, voglia che certe cose, come la Galleria illuminata e pulita, come le luminarie nel Viale, siano la normalità e non l’eccezione.

Perché attraverso gesti semplici e parole semplici, come umiltà e partecipazione, le cose si cambiano e in fondo, anche a Messina il Natale quando arriva arriva

Rosaria Brancato