Docce e phon a pagamento, il Comune diffida la Waterpolo

Il Comune di Messina si oppone all’ installazione di dispositivi temporizzati per l’utilizzo di docce phon presso la piscina Cappuccini. Se ieri il dirigente allo sport di Palazzo Zanca, Salvatore De Francesco, si era limitato a dichiarare che la società Waterpolo non può chiedere ai frequentatori dell’impianto comunale di pagare per fare la doccia dopo l’attività svolta in acqua e per asciugarsi i capelli (vedi qui), stamattina ha fatto partire dal Dipartimento Sport una diffida formale.

Nel documento recapitato al presidente dell’ASd Waterpolo, Felice Genovese, De Francesco sottolinea innanzitutto «la non riconoscibilità di spese e quindi la non autorizzazione a interventi » fino a quando non sarà sottoscritta la transazione tra l’ente e la società per sanare debiti pregressi e poi conclude: «si diffida pertanto dal proseguire il funzionamento di tali dispostivi con effetto immediato precisando che l’applicazione di un corrispettivo dev’essere comunque oggetto di un provvedimento dell’Amministrazione».

Ricordiamo che la Waterpolo ha informato gli utenti della novità introdotta venerdì scorso e chi ieri si è presentato in piscina è stato obbligato – per poter accedere alle vasche- ad acquistare una scheda magnetica ricaricabile, per un costo di 20 centesimi ogni cinque minuti (4 minuti per gli uomini) sia per le docce che per asciugarsi i capelli.

Nonostante le proteste degli utenti, costretti a pagare questo extra oltre al corrispettivo mensile, la società non sembrava in alcun modo intenzionata a tornare indietro, con l’obiettivo dichiarato di voler ridurre lo spreco di acqua e di energia elettrica, che fa lievitare i costi delle bollette. Adesso però c’è una diffida formale del Comune e la Waterpolo non potrà fare finta di nulla.

DLT