“Lacrime per Messina”: una riflessione di Natale Borgia

"Piangere sulle ceneri – è l’unica consolazione che ci resta- con il cordoglio che merita un caro congiunto. Ecco, è quello che dovremmo fare noi Messinesi, memori delle passeggiate sui nostri amati colli. Piangere sulle ceneri, affinché il ricordo non si diradi insieme al fumo che soffoca la città. Forse le lacrime dei pochi serviranno a riscuotere la coscienza dei molti. Forse le lacrime serviranno a bagnare il terreno per dare nuovo vigore alla città appassita. Forse abbiamo tutti bisogno di abbracciarci per ricominciare. Piangiamo e andiamo avanti. C’era una canzone che cominciava così: “All’ombra di un verde albero, ho visto fermarsi un Angelo…” Non c’e più ombra, non ci sono più alberi, gli Angeli avranno le ali bruciate, ma è necessario piantare semi di speranza, semi di verde, semi di lavoro, semi di civiltà. E’ frustrante e non serve a niente invocare vendetta e chiedere pene severissime per gli incendiari che non si prenderanno mai. Ciascuno faccia il proprio dovere, ognuno per la sua parte: strade pulite, aiuole ordinate, balconi fioriti. Non arrendersi, non scappare, non chiudere gli occhi. Non solo Sciroccu Piscistoccu e Malanova …. Roma è lontana, Palermo di più, le montagne del Tibet lontanissime. Non credo sia il caso di accendere un cero alla Madonna di “ ‘Ntinnammare”. Una processione laica, questa sì, che arrivi a Monte Ciccia, per gridare a tutti, con il vento alle spalle, che siamo ancora qui, che non ci fermeremo, non li lasceremo vincere, che torneremo a camminare sui nostri sentieri anneriti".

Natale Borgia