Giuseppe Quattrocchi: “E’ buona, è roba nostra, è a birra di Messina”

Fredda.

Ti vedo e penso:

Quantu si bedda!

Vorrei afferrarti e tenerti stretta.

Stringerti al collo

Senza farti male

e le labbra secche

nel tuo biondo affondare.

Oro ghiacciato

trasparenze ambrate.

Ti spio

e lo sguardo il vetro attraversa

La voglia è tanta

non posso più aspettare.

Ti sfioro.

Sei liscia,

imperlata di gocce d’acqua,

come la Dea dalla schiuma nata.

Sei qui tra le mie mani

e più non puoi scappare.

La manca stringe forte,

la dritta, quella stappa!

T’inclino quanto basta

e verso piano piano,

non faccio molta schiuma,

sarebbe da “villano”,

mancanza di rispetto

per un prodotto buono,

è Birra dello Stretto

non è birra inventata,

lei viene da lontano

ha un gusto nuovo e antico,

sapor di qualità.

Ci son pure varianti

dal gusto più moderno,

che niente hanno di meno

da chi è in pubblicità.

La bevo,

scende e frizza,

rinfresca gola e palato,

ha il gusto dei ricordi,

delle persone amiche,

delle belle serate

che furono e saran.

La fan mastri birrai

di tradizione antica.

È gente d’una volta

che sa come si fa.

Dosare gli ingredienti

di scelta genuina,

pazienza ed aspettare.

È il tempo a fermentare.

Sannu chi acqua mettiri,

è a cosa principali!

E poi non poi sbagghiari,

in più c’è l’aria i mari.

Birrai che di Messina

producono birra buona,

chi l’hannu sempri fattu

e mai s’hannu arrinnutu!

Caparbi son tornati

lanciando un’etichetta

che porta un nome nuovo,

ma a birra e chidda vecchia!

Sapemu i chi parramu,

è a birra nostra bona,

quello che conta è dentro,

l’amuri che c’è misu

travagghiu e sentimentu.

Adesso che l’abbiamo

non la facciam scappare.

È DOC,

è dello STRETTO

‘na scelta sopraffina.

È buona, è roba nostra.

È a birra di Messina

Giuseppe Quattrocchi