Brutte sorprese in consiglio, De Cola costretto a ritirare il contratto di servizio Amam

Questo contratto non s'ha da fare. Era successo già nei mesi scorsi ed è successo anche oggi. Stesso copione ma con un finale ancora più drastico: delibera ritirata. Si ricomincia tutto da capo. Il contratto di servizio dell'Amam ha trovato una strada tutta in salita durante la seduta di consiglio di oggi. Doveva essere il giorno del voto, il provvedimento era stato riesumato dai cassetti dopo mesi di silenzio per riuscire a chiudere il cerchio su un atto importante, soprattutto in ottica futura. In questi giorni di caos istituzionale per la guerra fredda tra giunta e consiglio che è iniziata dallo scorso 9 settembre, si era comunque deciso di tornare a parlare di contratti di servizio e il documento era stato oggetto di dibattito durante la commissione bilancio di ieri, quando sembrava tutto definito e concordato. Erano stati espressi nuovi dubbi, l’assessore Sergio De Cola si era impegnato a presentare gli emendamenti necessari a dissipare ogni incertezza e assicurarsi l’approvazione del documento che regolerà i rapporti tra Comune e Amam. La seduta fissata per oggi non doveva riservare sorprese. E invece Udc e Megafono non hanno perso tempo a ribadire la posizione di questi giorni, cioè niente provvedimenti importanti se non prima il sindaco va in aula a chiudere la querelle esplosa dopo il tendagate. Si stava provando a raggiungere una sorta di compromesso decidendo di votare solo gli emendamenti e rinviare il resto a dopo il colloquio sindaco-consiglio, ipotesi che ha scatenato altre reazioni. A fare da contraltare ci ha pensato infatti la capogruppo accorintiana Lucy Fenech che ha contestato l’atteggiamento di questi giorni: “Quest’aula non può permettersi di bloccare i lavori per le sue diatribe e ripicche, abbiamo un ruolo istituzionale importante e se iniziamo una discussione dobbiamo votare gli atti e dare un senso alla nostra presenza”. Ancora più dura Nina Lo Presti che ha parlato di una “contrattazione tra le parti non meglio specificata” e ha chiesto alla presidente di non convocare più consigli fino a quando non ci sarà questo chiarimento con il sindaco perché è sotto gli occhi di tutti che manca l’agibilità d’aula.

Alla fine la discussione è iniziata, il presidente dell’Amam Leonardo Termini ha illustrato i punti salienti di questo contratto di servizio, l’assessore De Cola ha spiegato che con gli emendamenti modificativi sarebbe stata rispetta la nuova legge sull’acqua pubblica approvata dalla regione dopo la redazione di questa delibera, sarebbe stata cassata qualche frase che non aveva convinto alcuni consiglieri, soprattutto Santalco, e soprattutto avrebbe scisso dal provvedimento il famoso piano finanziario dell’Amam. Nei mesi scorsi proprio questo piano economico finanziario era stato un nodo cruciale e motivo di infiniti dibattiti e infuocati dibattiti. Un piano su cui si erano espressi negativamente i revisori dei conti dell’Amam, nonostante l’avallo assoluto dell’ex presidente Alessandro Nastasi, e che aveva fatto lavorare sodo anche i revisori dei conti di Palazzo Zanca che alla fine avevano formalmente invitato l’amministrazione ad escludere, dalla delibera che contiene il contratto di servizio, la parte concernente l’approvazione del Piano economico-finanziario, la cui competenza è esclusivamente degli organi amministrativi della società Amam.

Memore dei nulla di fatto dei mesi scorsi e alla luce dei chiarimenti di ieri in commissione, De Cola si è presentato con l’emendamento che dunque eliminava il piano finanziario da questo provvedimento, scindendo totalmente le due questioni. Dirompente l’intervento di Antonella Russo che ha riacceso l’attenzione sull’assurdità di votare un rapporto giuridico tra Comune e partecipata senza conoscere quali saranno le basi economiche, senza tra l’altro considerare che si tratta di un documento che risulta datato visto che nel frattempo l’amministrazione ha deciso che all’Amam andranno anche rifiuti e igiene ambientale e dunque limitare il ragionamento solo al servizio idrico a qualcuno risulta assurdo. Di altro tenore gli interventi di Pippo Trischitta e Giuseppe Santalco che invece hanno tessuto le lodi di un provvedimento tanto importante e dunque hanno fatto pressing affinchè si andasse avanti nella discussione. L’emendamento però non ha avuto grande fortuna. Perché se anche larga parte dell’aula, sia ieri che nei mesi scorsi, aveva chiaramente chiesto che il piano finanziario sparisse dalla delibera, l’esito della votazione ha spiazzato tutti. A dire sì solo i Dr Carlo Abbate ed Elvira Amata, i consiglieri di area Pd Claudio Cardile, Giuseppe Santalco e Francesco Pagano, e il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta. Nonostante gli scontri e gli attriti con il sindaco, al primo atto “sostanzioso” si è ricomposta quell’alleanza su cui ha sempre potuto contare l’amministrazione, anche se stavolta non c’erano i numeri. Guai però a dire che si è trattato di un voto a favore dell’amministrazione: come ha spiegato alla fine Carlo Abbate, anche richiamando alla responsabilità tutti i colleghi che continuano ad essere assenti quando ci sono atti davvero importanti, il torto lo si fa alla città perché Amam e partecipate sono della città e l’amministrazione in carica, qualunque essa sia, le governa pro tempore.

Ben 13 i consiglieri che hanno preferito astenersi, tra cui addirittura anche Lucy Fenech e Ivana Risitano che invece credevano sull’importanza di lasciare il piano nella delibera ma di fatto hanno fatto una mossa poco politica perché a conti fatti si sono schierate contro un emendamento della loro stessa amministrazione. Insieme a loro anche Piero Adamo, la presidente Emilia Barrile, Angelo Burrascano e Nora Scuderi per il Megafono, Andrea Consolo e Franco Mondello per l’Udc, Paolo David, Daniela Faranda, Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, Donatella Sindoni.

Le uniche due a dire un categorico no sono state Antonella Russo e Simona Contestabile.

Una votazione che ha scatenato la reazione di Trischitta contro chi ha votato no ad un emendamento che avrebbe consentito di andare avanti spediti fino all’approvazione del contratto di servizio, sono volate parole pesanti soprattutto contro le consigliere accorintiane, aula in subbuglio e un Santalco che ha immediatamente chiesto di prendere tempo per capire come andare avanti: “Questo emendamento bocciato va recuperato come sub emendamento perché così com'è la delibera non può essere approvata” ha ammonito Santalco. Da qui una lunga consultazione tra i capigruppo e l’assessore De Cola, alla fine l’unica decisione possibile: delibera ritirata per apportarvi le necessarie modifiche e farla tornare in aula al più presto senza piano finanziario e senza quegli elementi che potrebbero ancora una volta bloccare il voto.

Per l’ennesima volta dunque l’amministrazione Accorinti fa dietrofront su un provvedimento. Un aspetto su cui ha polemizzato Nino Carreri, trovando però la piccata risposta di De Cola che non ha incassato gli attacchi ricordando all’aula che questa delibera è pronta da gennaio e ci sarebbe stato tutto il tempo per discuterla, modificarla, correggerla, senza arrivare a fine settembre e dover rifare tutto.

Il dato è che il contratto di servizio torna indietro, sarà modificato al più presto, nel frattempo giunta e consiglio proveranno a far pace durante la seduta fissata per martedì alle 12, si discuterà la nuova rimodulazione Tasi e si continuerà a parlare di Tari, che scadono il 30 settembre, si aspetterà il consuntivo. Insomma, il lavoro non manca. Bisogna vedere se c’è anche la voglia e l’intenzione di andare avanti.

Francesca Stornante