Pdl, Udc e l’alleanza che non c’è più: adesso lo scontro è tra i movimenti giovanili

Il nuovo fronte del rapporto da separati in casa tra Pdl e Udc è quello giovanile. Giovani Udc contro Giovane Italia, il movimento “under” del Pdl. Un battibecco a distanza generato dalle dichiarazioni di Ferdinando Croce, presidente cittadino di Giovane Italia, che aveva parlato, presentando la convention giovanile del Pdl tenutasi a Gioiosa Marea, di «appiattimento dei giovani dell’altra parte politica sulle posizioni di vertice dei rispettivi partiti». Parole che avevano già provocato la reazione stizzita dei pari età del Pd e che adesso fanno dire ai coordinatori regionale e provinciale dei Giovani Udc, Paolo Alibrandi e Carlo Vermiglio: «Non possiamo accettare le critiche di movimenti giovanili che, a guardar bene, sembrano più dei personaggi in cerca d’autore».

«Riteniamo – continuano i due – di non dover ricevere lezioni da nessuno, tantomeno da chi organizza assemblee di un movimento giovanile che ha al suo vertice un quarantenne, Nino Munafò, e nelle quali, sul palco, invece dei giovani, siedono il senatore Nania e gli onorevoli Buzzanca, Formica, Corona e Garofalo. Come dire: eterna giovinezza! Noi dell’Unione di Centro abbiamo portato avanti prima degli altri e senza traumi quel ricambio generazionale che per i giovani del partito di Berlusconi è e rimarrà un’utopia. Un esempio su tutti, il lavoro del nostro coordinatore provinciale del partito Matteo Francilia e del presidente Giorgio Muscolino che insieme stanno lavorando all’organizzazione capillare del partito sul territorio».

Nella stessa nota, i coordinatori si soffermano anche sull’esito della tre giorni di Gioiosa Marea osservando come, «stando alle notizie diffuse dalla stampa, non sono emerse proposte concrete per la città o aperture al dialogo con gli altri schieramenti. Tuttavia, ci piace pensare che almeno ai vari deputati e senatori sia stato chiesto che fine farà Messina rispetto al pronunciamento della Commissione Europea dello scorso 19 ottobre in materia di reti europee di trasporto infrastrutturale, le famose Ten-T, dove la nostra città è stata relegata al ruolo di “casello” per arrivare a Palermo e Catania. O ancora che sia stato affrontato il tema scottante delle società partecipate, dei doppi incarichi. Forse – osservano Alibrandi e Vermiglio – la poca attenzione a questi temi da parte dei nostri giovani amici è dovuta alle tante nomine ad esperti provinciali e comunali, con deleghe ad attività create ad hoc, che ne hanno annebbiato la vista».

Parole durissime, figlie di un’alleanza che non sta più in piedi nemmeno forzatamente. «Nel frattempo, – concludono i coordinatori – mentre nelle riunioni dei Giovani del Pdl si continua a riflettere sui massimi sistemi – quando invece dovrebbero chiedere il conto di quanto fatto per i giovani e per il nostro territorio ai vari deputati invitati a salire sul palco – e mentre le fervide menti del giovanile si sforzano nel rivendicare maggiore visibilità e rappresentanza ai vertici di un partito mai nato che naviga nella burrasca, noi dell’Udc continuiamo a ragionare sui contenuti assicurando la massima apertura per un confronto costruttivo».