La Galleria Vittorio Emanuele ieri ed oggi e la surreale guerra all’hamburger

Se chiudiamo gli occhi e proviamo a fare un esercizio di memoria tornando al 2014, 2015, 2016, le immagini che vediamo sono quelle delle pareti imbrattate, della Galleria Vittorio Emanuele usata la notte come rifugio, come pista per gare di motorini, come latrina. Le luci spente, i cancelli rotti, la sporcizia che si annidava ovunque. E poi l’incendio, quelle fiamme che hanno ridotto in cenere il giaciglio di un senza tetto, nel gennaio 2015 e che devastarono il prezioso mosaico, mai più riparato (se non con una colata di malta cementizia). Se chiudiamo gli occhi ricordiamo le proteste accorate dei titolari dei locali della Galleria, che diedero vita ad un Comitato, mettendo a disposizione risorse, idee, braccia e gambe, pur di riportare alla luce quel che un tempo era il “salotto” della zona storica, fortemente voluto dai nostri avi negli anni della ricostruzione post terremoto. Gli esercenti presentarono progetti, lottarono contro la bizzarra interpretazione dei canoni di occupazione suolo pubblico, proposero interventi a loro spese, si batterono contro il totale disinteresse dell’amministrazione. Se guardiamo indietro ritroviamo le iniziative delle Notti bianche in Galleria, poi il Capodanno, ed ancora, nel Natale del 2016, grazie all’intervento dell’ex assessore Daniela Ursino (unico esponente della giunta Accorinti ad avere a cuore le sorti della storica Galleria), si accesero le luci e fu magia.

I titolari dei locali non hanno mai smesso di impegnarsi per riqualificare il sito, grazie all’aiuto di uno sparuto gruppo di consiglieri comunali e di circoscrizione.

Dobbiamo farlo quell’esercizio di memoria e raffrontare le foto di ieri a quelle di oggi, perché è un dovere ricordare quanta strada è stata fatta, spesso in totale solitudine, senza l’appoggio delle istituzioni. Se l’amministrazione avesse dedicato alla Galleria Vittorio Emanuele un decimo dell’impegno profuso per la pedonalizzazione di via dei Mille o di piazza Duomo, a quest’ora staremmo raccontando un’altra storia.

Del progetto presentato ormai 3 anni fa dal Comitato della Galleria non se ne sa più nulla. Un progetto che garantiva la sicurezza, la riqualificazione e la rinascita.

E’ nel cassetto dell’assessore Pino da anni, insieme agli impegni presi dall’esponente della giunta per la sistemazione del mosaico.

Adesso guardiamo le foto di oggi. Quelle scattate il giorno dell’inaugurazione del Burger King là dove c’erano saracinesche abbassate da anni.

C’è un investimento imprenditoriale importante, ci sono 37 giovani messinesi che invece di prender la valigia sono rimasti qui, per lavorare. C’è un imprenditore, Pierluigi D’Amore che ha scommesso a Messina, soldi, impegno, speranze.

E ha, a sue spese e con maestranze messinesi, provveduto alla riqualificazione della pavimentazione, delle pareti e della volta. L’unica parte che non ha potuto sistemare è il mosaico, nonostante la sua totale disponibilità a farlo. Già, quel mosaico i cui pezzi sono stati sostituiti con la “colata di malta cementizia”, contestata dalla stessa Sovrintendenza e che sarebbe dovuta essere temporanea ed è lì da più di due anni.

D’Amore era pronto a dare il suo contributo, ma, i paletti della burocrazia sono quelli che sono, quindi siamo costretti a tenerci quella bruttura ( e non facciamo troppe domande su dove siano andate a finire le tessere del mosaico….).

L’inaugurazione è stata una festa di musica, giochi, luce. Il Burger King si va ad aggiungere agli altri locali i cui titolari sono tutti giovani imprenditori che dovremmo incoraggiare.

Invece è scoppiata la crociata contro l’hambuger, la guerra alle patatine. Dimenticando peraltro che in Galleria c’è la pizzeria, Poldo, il Tagliere, lo Slow Food. Siamo tutti pronti a dichiarare che la Galleria deve essere un luogo di ritrovo per giovani, un sito “vivo” ma, c’è sempre quel “ma” che apre la porta ad un mare di polemiche, soprattutto sui social.

L’ex assessore Ursino, il 28 dicembre del 2016, affiancò al concerto del Corelli ed ai brani di Chiara Taigi quelli altrettanto belli della Tribù dei selvaggi, che con i loro bonghi ed i loro ritmi hanno acceso la serata in piena armonia con i suoni successivi.

All’inaugurazione del Burger King c’era musica, artisti di strada, giochi di luci. Non dovrebbero esserci steccati tra ciò che fa “momento d’incontro” e ciò che, per i radical chic, non lo fa.

Quelle saracinesche sono state rimaste abbassate per anni senza che nessuno OSASSE riaprirle ed ora che qualcuno lo fa diventa bersaglio perché le patatine fritte, secondo qualcuno, non si abbinano alla cultura. Ma chi l’ha detto? Dov’è scritto che chi mangia panini non ama leggere libri? Perché un eventuale dibattito sull’euro non dovrebbe accordarsi con le patatine fritte? Non si può allestire una mostra e nel contempo stare seduti nei tavolini e sorseggiare Coca cola? Come vuoi avvicinare i giovani alla cultura, alla lettura, al teatro, a qualsiasi altra cosa che non sia un i-phone se non usi il loro stesso linguaggio, se non provi a capire cosa amano, cosa mangiano, di cosa parlano? Ho apprezzato il tipo di comunicazione voluta per il Burger King, quel messaggio “a km zero”, per la birra, per le verdure acquistate al mercato, per i giovani che ci lavorano. Quella pubblicità che richiama molto la messinesità: “Cu mancia fa muddichi”, “a Messina non c’era nenti”.

L’orologio del tempo cammina non possiamo restare CRISTALLIZZATI in epoche storiche passate. Il problema è avere IDEE. Gli esercenti del Comitato ad esempio, sin da novembre avevano presentato un bel progetto per il Capodanno. Progetto NAUFRAGATO tra ostacoli di varia natura.

Chi ha idee per far rinascere la Galleria è il benvenuto. Suggerisco a caso: le domeniche della cultura, la Primavera del libro, il teatro di strada, i concerti del sabato pomeriggio. Escludo che stilisti di fama mondiale aprano negozi nella Galleria Vittorio Emanuele (anche perché non avrebbero clientela), quindi è ammirevole il coraggio di chi oggi, soprattutto se giovane ALZA UNA SARACINESCA.

Ho letto centinaia di libri nella mia vita e mangiato altrettante centinaia di hamburger con patatine e non penso che siano antitetici. Non penso che la pizza sia di sinistra, e il panino di Poldo di destra e lo slow food grillino. Penso che dobbiamo ritrovare le ragioni dello stare insieme e di coinvolgere le nuove generazioni.

Deponiamo le armi contro gli hamburger e chi ha idee per iniziative in Galleria, le porti avanti.

Rosaria Brancato