Viabilità in marina, Udc e Milazzo in Movimento: “Modifiche superficiali, serve un progetto organico”

Non si placano le polemiche dopo la decisione dell’amministrazione di Milazzo di stravolgere la viabilità della marina Garibaldi. A chiedere spiegazioni sono i consiglieri di area Udc e il meetup “Milazzo in Movimento”. Intanto, continua il “confronto” sui social, anche se trovare un milazzese che difenda i cambiamenti è impresa ardua: domani i cittadini si sono dati appuntamento proprio davanti la chiesa di San Giacomo, laddove il PUT prevedeva un’isola pedonale allargata; e dove, adesso, si può ammirare un tappeto di lamiere e carrozzerie.

Al centro dello scontro emerge, in particolare, il Piano Urbano del Traffico, stravolto dalle continue modifiche: ” Il comune di Milazzo, nella scorsa amministrazione, si è dotato del PUT e su quello ha incardinato i vari lavori urbani” – scrivono gli attivisti di “Milazzo in Movimento”– “ma stiamo prendendo atto che, evidentemente, i soldi spesi per tale piano sono stati pressoché inutili, in quanto lo stesso PUT è posto in atto a spizzichi e bocconi, se non completamente ignorato. Esempio lampante è lo scempio pensato e messo in atto in marina Garibaldi: se qui la pista ciclabile era auspicata, di contro si è scelto di affogare la via con le automobili, trasformandola in un parcheggio di periferia. L’idea di città moderna e vivibile, come anche indicato dalle linee guida europee, vuole una viabilità urbana sostenibile con uso di mezzi privati limitato alle esigenze particolari, a Milazzo invece si invita a intasare il centro città”.

Che non sia di alcuna utilità una pista ciclabile di poche centinaia di metri lo ribadisce, in un’interrogazione consiliare, il gruppo Udc: “Tenuto conto che la realizzazione di una Rete Ciclabile Strategica debba rispondere alla necessità di difendere e diffondere l’utilizzo della bicicletta quale mezzo di trasporto primario, capace di soddisfare anche gli spostamenti sistematici casa-scuola e casa-lavoro e di accesso ai servizi, e non solo quelli ricreativi o sportivi o di brevissimo raggio” – scrivono i consiglieri – “chiediamo se esiste un progetto o un piano di settore per una rete ciclabile che tenga conto del decreto ministeriale n. 557 del 30/11/1999, e se il primo modulo di pista ciclabile in corso di realizzazione sia inizio di tale progetto e tenga conto delle caratteristiche di cui in premessa”.

I due gruppi chiedono dunque “che la cittadinanza, oltre che il consiglio, venga informata in tempi utili dei futuri cambiamenti previsti e sui progetti, se esistenti, riguardanti la rete ciclabile cittadina, perché non si capisce come diversamente si possa prevedere di stravolgere la viabilità e come un intervento cosi delicato come una pista ciclabile possa essere applicato senza uno studio preliminare”; e, magari, di “ripensare il progetto attuato in Marina Garibaldi”.

Giovanni Passalacqua