Il centro per la prevenzione delle osteopatie metaboliche apre le porte al pubblico

Il 10 e 12 ottobre il centro per la prevenzione, diagnosi e terapia delle Osteopatie Metaboliche dell’AOU “G. Martino” permette controlli più approfonditi per chi soffre di patologie osteoarticolari per la “Prima settimana dei disturbi Osteoarticolari”, l’iniziativa che dall’8 al 12 ottobre vede impegnate su tutto il territorio nazionale più strutture specializzate.

I cittadini interessati possono prenotare una visita specialistica gratuita telefonando al numero 090221-2363 ; le visite saranno effettuate dalle 14.30 alle 17.30 presso il centro per la diagnosi e cura dell’osteoporosi dell’UOSD di Geriatria diretta dal prof. Antonino Lasco ( padiglione C II piano stanza 10); non è necessaria l’impegnativa del medico.

Oltre 10 milioni gli italiani affetti da patologie osteoarticolari, di cui 3,5 milioni gli artrosici, quattro milioni quelli colpiti da osteoporosi, quasi 400mila le persone con artrite reumatoide. Si tratta di patologie gravi e invalidanti che sempre più spesso colpiscono anche le fasce più giovani della popolazione; l’obiettivo principale è, dunque, quello di fornire un aiuto concreto per contribuire al trattamento tempestivo di eventuali disturbi.

La manifestazione è promossa dalle principali società e associazioni del settore tra cui la Siomms, (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello scheletro), la Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), la Sir (Società Italiana di Reumatologia), l’Anmar(Associazione nazionale malati reumatici) e la Fedios (Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello scheletro).

Intanto proseguono le attività dell’AOU “G. Martino” per prevenire il tumore del collo dell’utero.
Il laboratorio HIV dell’UOC di malattie infettive è attualmente il punto di riferimento in città per eseguire il test che valuta i possibili rischi del carcinoma della cervice uterina.
Eseguito mediante tampone cervicale, questo accertamento consente di avere un quadro più chiaro e preciso, specie laddove esami tradizionali riescono ad evidenziare solo la semplice presenza o assenza del virus. L’analisi dell’HPV-DNA messanger, invece, con la rilevazione delle proteine oncogene E6 e E7, individua i cinque più frequenti genotipi responsabili del carcinoma della cervice. In questo modo è possibile stimare il reale rischio aumentato di progressione neoplastica. Un tema delicato, quello legato al tumore del collo dell’utero, in cui il termine “prevenzione” resta la parola chiave da tenere in considerazione. Una patologia che se nel mondo occidentale ha visto nell’ultimo periodo una progressiva diminuzione, sia come numero di casi che come decessi, resta tuttavia ancora la seconda causa di morte nei paesi in via di sviluppo.