L’Arcobaleno non esiste più: che ne sarà della -cosa rossa-

«L’Arcobaleno è finito» è la sentenza di Oliviero Diliberto, leader nazionale del Pdci. Anche a Messina, di fatto, la Sinistra Arcobaleno non esiste più, ma anche la sua breve vita è stata tormentata da dissidi interni che fin da subito ne hanno fatto intravedere la fragilità. Alla resa dei conti si è creata una vera e propria spaccatura: da un lato le forze comuniste, Prc e Pdci, e dall’altro Verdi e Sinistra Democratica, che hanno scelto la strada del sostegno al candidato sindaco del Pd Francantonio Genovese con una lista politica unitaria, che aspira ad un modello -alla Zapatero-. Andrea Carbone e Santino Morabito, responsabili provinciali dei due partiti, stanno lavorando alla composizione della lista e al simbolo.

Più agitate le acque di quel che rimane della -cosa rossa-. Se a livello nazionale proprio Diliberto auspica una riunione di Pdci e Prc sotto la stessa bandiera, «come nel ’98», non così pare qui a Messina, dove non è escluso che i due partiti legati alla -falce e martello- intraprendano percorsi diversi, con liste e candidati autonomi. Per stasera è previsto un summit del Prc, durante il quale saranno discusse le linee da seguire in vista delle amministrative e qualcuno potrebbe chiedere -la testa- di Daniele Ialacqua, attuale segretario cittadino del partito. Diverse le correnti di pensiero all’interno di Rifondazione: c’è chi propende per una soluzione unica col Pdci e chi, invece, preferirebbe la corsa solitaria.