Authority commissariata: «Maledetta politica…»

Fa discutere, ed era inevitabile che fosse così, la mancata nomina del presidente dell’Autorità portuale, col conseguente commissariamento dell’ente guidato, fino a venerdì scorso, dall’ing. Vincenzo Garofalo.

Sarebbe stata l’occasione buona per un’inversione di tendenza, rispetto ai tanti commissariamenti che la città ha avuto, «un’inversione che non c’è stata» dichiara Franco Spanò, segretario provinciale della Cgil (nella foto con Maurizio Bernava). «E’ una decisione frutto di una divisione, che evidenzia una lite tra i vari enti e le istituzioni, dalla quale può essere determinata una fase di stallo di cui, francamente, la città non sentiva il bisogno. Anche perché parliamo di un ente come l’Autorità portuale sul quale si hanno diverse aspettative, proprio per il ruolo importante che dovrebbe ricoprire». Sembra, dunque, che ci fossero tutte le condizioni per una riconferma di Garofalo. «Con l’ing. Garofalo ci sono state diverse occasioni di confronto, abbiamo anche avuto momenti in cui ci siamo divisi, ci sono stati argomenti sui quali siamo stati in disaccordo, però è innegabile che l’ex presidente dell’Autorità portuale avesse dato una sua impronta precisa. In generale è necessario un chiarimento riguardo le competenze dei due enti, l’Authority e l’Ente porto, sulle stesse aree». Preoccupa anche l’immobilismo di Palazzo Zanca nei confronti del Prp. «Il Piano regolatore del Porto – dice Spanò – è stato presentato al Comune da tempo. Sarebbe stato importante arrivare ad una discussione concreta in merito perché venisse approvato. Certo, ci sono rilievi da fare, alcuni li abbiamo già fatti notare, soprattutto il fatto che non si opera una scelta precisa sul nostro porto, piuttosto s’è preferito optare per un’insieme di tante altre cose. Ma un passo avanti, da parte del Comune, sarebbe stato opportuno».

Più telegrafico, ma al tempo stesso chiaro e diretto, il segretario provinciale della Cisl, Maurizio Bernava: «La Cisl da anni è chiara sul fatto che bisogna puntare sul mare come fonte di sviluppo primaria di questa città. Ora è chiaro che sono mancate due cose: primo, sul progetto di Piano regolatore presentato da Garofalo occorreva che ci fosse una condivisione netta da parte di tutti gli enti, cosa che evidentemente non c’è stata; secondo, bisognava dare continuità alla presidenza di Garofalo stesso, con tutti i pregi e i difetti. Si dovevano premiare il suo dinamismo, la sua volontà e la sua concretezza. Sarebbe stato un segnale importante verso la città. Che dire – conclude Bernava – maledetta politica…»