Autorità portuale, Siracusano pensa ad una -regione dello Stretto-

Siamo ormai alla stretta finale per l’Autorità portuale. Tra due giorni, infatti, scadrà la proroga per la nomina, anche se è ancora esistente il rischio commissariamento. I nomi rimasti in lizza sono tre: il presidente uscente, Vincenzo Garofalo, l’ex presidente dell’Atm Gabriele Siracusano, e Francesco Barbalace, ex deputato Psi e oggi dirigente al Comune del dipartimento sviluppo economico, candidato su indicazione precisa del sindaco, Francantonio Genovese.

-I Ds mi hanno candidato – ci ha detto Siracusano – contattato telefonicamente -chiedendomi la disponibilità per ricoprire un ruolo che ha compiti più manageriali che politici. Dunque ha pesato la mia esperienza come amministratore ma anche come imprenditore-.

Le idee di Siracusano partono dal waterfront: -L’affaccio a mare di Messina è un discorso strategico e di sviluppo, che io immagino, però, con ambiti e progetti che vadano oltre il contesto dell’autorità portuale e della città, e che coinvolga anche la Calabria e il resto della Sicilia-.

A Palazzo Zanca giace da mesi il Piano regolatore del Porto, stilato dallo staff dell’attuale presidente Garofalo. -Ho letto il PRP – dice Siracusano -, è chiaro che i piani regolatori li fanno i tecnici, seppur su indicazioni strategico-politiche. Dalla mia prospettiva, credo sia un insieme di tante cose, ma senza una caratterizzazione forte. Si vuole fare un po’ di tutto, ma senza operare le scelte più importanti-.

Delicato, anche dal punto di vista politico, il tema porticcioli. -I porticcioli – secondo l’ex presidente dell’Atm – funzionano solo se inseriti in un sistema integrato di altri porticcioli, meno se isolati, come nel caso di Portorosa, che più che vivere vivacchia. Su dove allocarli, con relativo impatto ambientale, è un altro discorso, che spetta ai tecnici-.

L’Autorità portuale è coinvolta da vicino nel discorso che riguarda la piattaforma logistica di Tremestieri. -Il problema – sostiene Siracusano – è che Messina è stretta in una morsa di grandi realtà come Palermo-Termini Imerese e Gioia Tauro, senza dimenticare la zona tra Catania ed Augusta. Siamo stritolati in questo sistema, e per poter sopravvivere ed avere un ruolo centrale nell’economia del Mediterraneo dobbiamo pensare in grande, andando anche oltre il Piano regolatore che è stato presentato. Penso ad un territorio che coinvolga un centro più grande – conclude Siracusano – una sorta di -regione dello Stretto-, in cui il territorio messinese e quello calabrese, senza dimenticare Milazzo, ragionino insieme. Se rimaniamo ancorati al nostro contesto, non ragioneremo in grande e sarà difficile accedere ad uno sviluppo adeguato-.