Buzzanca chiama a raccolta la maggioranza. «Altrimenti sono pronto a fare un passo indietro»

Chi si aspettava un discorso formale, sulla linea di confine tra la demagogia e il buonismo, è costretto a rivedere i propri pronostici. Il sindaco Giuseppe Buzzanca, nel suo intervento al Consiglio comunale aperto dedicato al centenario del terremoto del 1908, da a sua volta una “scossa- politica non indifferente, chiamando a raccolta una maggioranza che troppo spesso si è mostrata poco coesa, e soprattutto mettendo la propria testa sul piatto: se non si rema tutti nella stessa direzione, il sindaco si dice pronto a fare un passo indietro.

Il riferimento è, ovviamente, alla polemica nata tra i banchi del consiglio quando in aula approdò la delibera di indirizzo sui poteri speciali: in quell’occasione quattro consiglieri del Pdl e due dell’Mpa si astennero dall’emendamento che chiedeva che i poteri venissero affidati al sindaco, come poi sarebbe effettivamente accaduto qualche giorno dopo, con l’ordinanza del 19 dicembre.

Una spaccatura i cui strascichi arrivano fino a oggi, quando Buzzanca ha parlato ad una semideserta aula consiliare. «Ricordo ai consiglieri comunali – ha detto – che il nostro programma è diventato il programma della città. Se non è più condiviso, allora sono pronto anche a fare un passo indietro. Sono disponibile a un momento di confronto con chiunque. Non penso a geometrie variabili, credo ci voglia senso di responsabilità, che riconosco nell’opposizione, e non demagogia. Accolgo l’invito di qualcuno a volare alto, ma per farlo bisogna volare insieme, pensando al bene superiore della città. Ho ottenuto i poteri speciali, sui quali ci sono state posizioni che francamente non ho capito, anche strumentali. E’ curioso che non si sia voluto riconoscere il risultato della democrazia, che ha scelto questo sindaco a capo del quale vanno tutti gli onori e gli oneri del caso. Credo che ci sia stata molta superficialità in questo».

Buzzanca non perde di vista il senso generale della seduta di oggi, ovvero il terremoto del 1908 e il suo centesimo anniversario. «Il taglio che abbiamo voluto dare al centenario – ha detto nella sua introduzione – è lontano dalla linea celebrativa. Vogliamo guardare al futuro, ma per traguardare gli obiettivi c’è bisogno di tutti. Siamo in un periodo nel quale la congiuntura internazionale, che ha portato a quella che il ministro Tremonti ha intelligentemente definito la “deriva del mercatismo-, ha colpito anche Messina, e anche per questo chiederemo nuovi impegni e maggiori attenzioni al presidente della Regione».

Voltandosi indietro, con uno sguardo al passato, Buzzanca nota come «il terremoto è stato sì devastante, ma la mano dell’uomo lo è stata altrettanto. La classe dirigente ha dimenticato la vocazione del territorio, lo ha massacrato, con una speculazione edilizia che ha rovinato le nostre colline. Bisogna voltare pagine, l’occasione dei fondi 2013 sarà l’ultima in cui Messina sarà oggetto delle attenzioni dell’Europa e non possiamo sprecarla. Chiedo la collaborazione di tutti, ricordandoci che ciò che otterremo dovrà essere sempre punto di partenza, mai d’arrivo».

(foto Dino Sturiale)