Domani conferenza del Pd… con “il segretario provinciale Francesco Gallo”. Ma non si era dimesso?

Sono passate da poco le 16 di mercoledì 18 maggio. In redazione giunge un comunicato dall’ufficio stampa del Partito democratico, nel quale qualcosa stona in maniera evidente, balza subito agli occhi: «Venerdì 20 maggio alle ore 11 – vi si legge – presso la saletta commissioni della Provincia regionale, il Pd di Messina incontrerà la stampa per illustrare la posizione del partito in merito ai quesiti referendari, in vista dell’appuntamento di giugno. All’incontro parteciperanno il segretario provinciale, Francesco Gallo; il deputato nazionale, Francantonio Genovese; i parlamentari regionali, Filippo Panarello, Franco Rinaldi, Pippo Laccoto e Giuseppe Picciolo; i consiglieri comunali e provinciali del Partito democratico». Ok, vi abbiamo aiutato rimarcando col corsivo ciò che ha colpito la nostra attenzione. Il segretario provinciale Francesco Gallo? Ma non si era dimesso? La memoria è corta, specie quando si ha a che fare con mille e più cose. Per fortuna esistono gli archivi e allora andiamo a ripescare quanto scrivevamo il 12 marzo scorso. «Si è svolta ieri, venerdì 11 marzo, a Messina la riunione della direzione provinciale del Partito Democratico. Aprendo i lavori – leggiamo – il segretario provinciale Francesco Gallo ha formalizzato l’intenzione di dimettersi dalla carica di segretario provinciale a seguito di una condanna in primo grado per abuso d’ufficio riportata per incarichi di consulenza allo stesso conferiti in un periodo compreso tra il 1999 ed il 2003 (vedi articolo correlato)».

Riportavamo anche delle sentite dichiarazioni: «Non vi è nello statuto del partito o nel codice etico alcun obbligo in tal senso – ha dichiarato Gallo – ma sento il dovere di rimettere il mandato per tutelare il partito da ogni possibile strumentalizzazione. Continuerò a difendere me stesso nel processo d’appello, ma anche a difendere l’autonomia della Magistratura, oggi gravemente attaccata dal contenuto delle proposte di riforma approvate dal governo Berlusconi Invito – ha aggiunto il segretario – la direzione provinciale a non pronunciarsi su tale mia decisione e chiedo invece che venga convocata entro 30 giorni l’Assemblea provinciale per assumere i provvedimenti previsti dallo statuto per dare una guida al partito».

Ricordiamo a quelli più smemorati di noi che Gallo aveva formalizzato l’intenzione di dimettersi (sottile artifizio lessicale non di scarsa rilevanza) in seguito all’esito della vicenda giudiziaria che lo aveva visto condannato a otto mesi di reclusione per gli incarichi esterni ottenuti nel 1999 e nel 2002 dall’allora sindaco Salvatore Leonardi, condannato anch’egli a otto mesi. L’ultima “apparizione” di Francesco Gallo sulle nostre pagine è quella, 12 marzo. Trenta giorni dopo, quindi a metà aprile, si sarebbe dovuta svolgere l’assemblea provinciale per formalizzarne, stavolta sì, le dimissioni e quindi stabilirne il sostituto. Ma niente. Di giorni ne sono passati altri trenta. Niente. Fonti interne al partito suggeriscono: «Si aspetta la fine delle Amministrative». Lodevole tentativo di riparare, ma se l’assemblea si fosse tenuta realmente trenta giorni dopo la direzione dell’11 marzo, le Amministrative sarebbero state sufficientemente lontane. In realtà la vicenda appare a prima vista piuttosto imbarazzante, specie in una fase in cui il Pd solleva con continuità questioni morali e non, a tutti i livelli. La coerenza è una bella virtù. Basterebbe coltivarla quotidianamente.