Elezioni Europee. In Italia si voterà il 7 giugno 2009

Secondo quanto ha rivelato il segretario generale del Parlamento Europeo Harald Romer in un’intervista all’Ansa, in Italia si voterà per le elezioni europee il 7 giugno 2009. Forse è questa, forse, l’unica certezza verso il cammino che porterà i nostri nuovi rappresentanti a Strasburgo. Sono tutt’ora in corso infatti, una serie di discussioni che porteranno a stabilire le regole che l’Italia adotterà per la tornata del prossimo anno.

Particolare attenzione sul sistema di legge: da una parte c’è il Pdl che vorrebbe continuare con le liste bloccate mentre dall’altra Udc, Pd, Idv e perfino l’Mpa che preferirebbero le preferenze. Una punto d’incontro in questo senso però, dovrebbe essere trovato a breve. Altro punto cruciale è il numero di esponenti da eleggere. In tal senso fondamentale sarà la ratifica o meno del Trattato di Lisbona. Se ciò non dovesse avvenire infatti, si farebbe riferimento al Trattato di Nizza e dunque i membri dell’Euroassemblea da eleggere sarà di 736 e non di 751 come previsto dal nuovo testo. Gli ostacoli sono invece rappresentati dalla possibile astensione al voto, visto lo scarso -appeal- che l’Istituzione continentale ha sulla gente, ma anche la mancanza di regolamentazioni comuni tra i paesi che compongono l’Ue. -Ogni Stato può adottare disposizioni nazionali per le elezioni europee- ha spiegato Romer all’agenzia – alcuni hanno grandi circoscrizioni, altri circoscrizioni regionali. C’é molta diversità ma spero che nel futuro potremo avere più elementi in comune. Per ora quello che ci accomuna sono il sistema proporzionale e le liste. Anche in Gran Bretagna dove per tanto tempo si era preferito il collegio uninominale, ora ci sono circoscrizioni con liste di più candidati-.

Novità certe invece verranno introdotte attraverso il nuovo statuto dei deputati europei che provocherà una modifica negli stipendi dei parlamentari dei singoli stati. Attualmente questi ultimi -incassano- quanto i parlamenti nazionali. Dal 2009 le cose cambieranno, pur persistendo le diversità: in Italia ad esempio i compensi saranno più bassi, mentre in Spagna più alti.