Francesco Cascio è il nuovo presidente dell’Assembla Regionale Siciliana

«L’imparzialità sarà la mia guida, la mia linea direttrice». Così Francesco Cascio, 44 anni, esponente palermitano del Pdl ed ex capogruppo di Forza Italia all’Ars, si presenta al parlamento regionale dopo essere stato eletto presidente. Dopo le due fumate nere di ieri, dunque, dovute al -boicottaggio- di An e ad alcuni -franchi tiratori- di Udc e Pdl, oggi Cascio ce l’ha fatta, ottenendo 55 voti (ne bastavano nove in meno), contro i 26 di Concetta Raia del Pd. Due le schede bianche, sette i voti dispersi. Non è chiaro se questa ritrovata compattezza della maggioranza sia un segnale di una -riconciliazione- ai piani alti della coalizione in vista della formazione della giunta regionale, che nei prossimi giorni dovrà prendere vita e che, al momento, non comprende alcun messinese, nemmeno quel Santi Formica da cui è partita la -rivolta- di An, e che è risultato il più votato in tutta la Sicilia nella tornata elettorale del 13 e 14 aprile.

Cascio nel suo discorso ha parlato di dialogo e della necessità di avere «un’opposizione costruttiva». Il neo presidente dell’Ars ha dichiarato che «è della maggioranza e dell’opposizione che io voglio essere il Presidente, di tutta l’Assemblea, anche di coloro che hanno ritenuto legittimamente di non darmi il voto».

«Non dimentichiamo mai – ha aggiunto – coloro che la mafia l’hanno combattuta a viso aperto. Non saremo degni di rappresentare la Sicilia, se da questi scranni non saremo capaci di difenderla, quale madre feconda di figli generosi che, ripetute volte le sono stati brutalmente strappati dal grembo, come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone». Un riferimento, poi, allo Statuto, che sicuramente sarà piaciuto al governatore Lombardo: «Rivitalizzando le potenzialità del nostro Statuto si potrà rimediare a quello scollamento degli apparati amministrativo-burocratici dai principi di efficienza e di trasparenza della Pubblica Amministrazione».