Gettonopoli, ricorso gerarchico di Le Donne. Verso l’abolizione dei gettoni per le sedute deserte

Il caso gettonopoli torna in primo piano in quel di Palazzo Zanca. Non sul fronte giudiziario ma su quello amministrativo. Solo qualche giorno fa il Consiglio Comunale ha votato l’interpretazione autentica dell’articolo 55bis del regolamento comunale , equiparando in maniera ancora più chiara i capigruppo ai consiglieri comunali (vedi qui). Una precisazione che si è resa necessaria dopo che le contestazioni della Regione, secondo cui i capigruppo non solo non dovrebbero percepire il gettone di presenza ma dovrebbero persino restituire i gettoni intascati sino ad oggi.

In questi mesi, la tesi della Regione è stata contestata apertamente dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne, autore delle controdeduzioni inviate a Palermo (vedi qui) ma smontate punto per punto da Filippo Gagliano dirigente del Servizio 3 “Vigilanza e controllo dell’dell’Assessorato delle Autonomie locali e della Finanza Pubblica (vedi qui).

La novità è che adesso Le Donne ha deciso di presentare ricorso gerarchico, specificando nella nota inviata al dirigente generale Giuseppe Morale che «le conclusioni alle quali è pervenuto il dirigente del Servizio 3 appaiono non condivisibili …»

Quanto ai gettoni erogati ai capigruppo, o ai loro sostituti, che partecipano alle commissioni, Le Donne spiega che – contrariamente a quanto obiettato da Gagliano – «siamo in presenza di consiglieri (indipendentemente che esercitino “anche” la funzione di capogruppo ) componenti /membri di diritto delle commissioni » e che pertanto esattamente come gli altri esponenti del Civico Consesso hanno diritto al gettone.

Quanto ai gettoni erogati ai consiglieri in caso di sedute andate deserte, il segretario/direttore generale di Palazzo Zanca scrive di aver preso atto che secondo l’interpretazione recentemente fornita dalla Regione il gettone può essere erogato solo nel caso in cui la seduta sia dichiarata formalmente aperta con il raggiungimento del quorum strutturale, e non invece quando vada deserta per il mancato raggiungimento del predetto quorum . Tuttavia, il super burocrate di Palazzo Zanca sostiene che «non può darsi corso ad interpretazioni restrittive con effetto retroattivo delle disposizioni che in generale hanno disciplinato e disicplinano la fattispecie».

Le Donne quindi chiede al dirigente Morale di annullare le decisioni assunte da Gagliano, il quale aveva sollecitato la restituzione dei gettoni di presenza sia da parte dei capigruppo e dei loro delegati sia da parte dei consiglieri che avevano firmato in commissioni poi andate deserte. Rispetto a questo secondo punto, il segretario /direttore generale spiega che è in atto una modifica del regolamento comunale per renderlo più restrittivo, con l’abolizione del gettone per le commissioni andate deserte, anche in virtù delle indicazioni arrivate dalla Regione. Le Donne fa inoltre sapere che con nota del primo dicembre era stata data prescrizione agli uffici competenti di sospendere il pagamento delle sedute dichiarate deserte a far data dal giorno conclusivo della istruttoria che ha dato luogo alle controdeduzioni (20 novembre 2015) e precisa che in futuro – con la modifica del Regolamento – il pagamento potrà essere abolito e non solo cautelativamente sospeso.

La parola passa adesso al Dirigente generale Morale, che dovrà accogliere o respingere il ricorso presentato da Le Donne.

Danila La Torre