Giardini. Regolamento albo ditte di fiducia, la minoranza vuol fare chiarezza: “Doveva passare dall’aula”

Il “via libera” al regolamento delle ditte di fiducia del Comune di Giardini Naxos non è ancora andato completamente giù al gruppo d’opposizione in Consiglio comunale che, dopo l’approvazione del documento, ha protocollato un’interrogazione che verrà molto probabilmente discussa nella prossima seduta di Civico consesso. Il capogruppo di minoranza, Alessandro Costantino, ha infatti predisposto, qualche ora fa, un documento nel quale ha evidenziato come “lo statuto doveva essere portato a conoscenza dell’Assemblea che ha competenza esclusiva nell’emanazione dei regolamenti e delle relative variazioni, con esclusione di quelli sull’ordinamento degli uffici e dei servizi”. Una precisazione arrivata anche dagli altri membri di “Giardini Naxos Bene Comune” che hanno firmato anch’essi un’interrogazione necessaria per far chiarezza.

La minoranza chiederà, inoltre, nel corso del prossimo appuntamento consiliare, “se prima della ratifica del regolamento fosse vigente un precedente testo relativo all’istituzione e alla tenuta dell’albo delle stesse ditte”, visto che ciò che è stato fatto non è stato previsto dalla legge. Una situazione che rischia di portare l’Amministrazione comunale dentro un vero e proprio polverone con conseguenze ancora non del tutto chiare. Per il momento il sindaco Nello Lo Turco e tutti i componenti della sua Giunta non hanno risposto a quanto sostenuto dall’opposizione, ma – a quanto pare – spiegazioni al riguardo saranno fornite proprio durante la seduta. Questo almeno secondo il presidente del Consiglio, Danilo Bevacqua, che tra non molto redigerà l’ordine del giorno.

Nel frattempo, però, è arrivata un’ultima dichiarazione di Costantino che ha fatto sapere che “tale situazione rimane anomala, per il fatto che le funzioni e le competenze del Consiglio non sono delegabili né assumibili d’urgenza dalla Giunta”. Parole che hanno già fatto il giro del paese e che arriveranno in aula al più presto.

Enrico Scandurra