Niente autorizzazioni per grandi strutture di vendita senza una programmazione urbanistico-commerciale generale

Il sindaco Giuseppe Buzzanca, in un’intervista apparsa stamani su -Gazzetta del Sud-, aveva mostrato il pugno duro: «Niente più autorizzazioni per grandi strutture di vendita o per lottizzazioni edilizie che non abbiano preventivamente allegato alla propria richiesta una valutazione d’impatto delle opere sulla viabilità cittadina». Ma questo non basterà, perché l’input che viene da Palermo, attraverso una circolare dell’assessorato regionale Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca (assessore è Giovanni Di Mauro, nella foto), è molto più secco: entro sei mesi i Comuni dovranno dotarsi di una programmazione urbanistico-commerciale generale che abbia ad oggetto l’intero territorio comunale, senza la quale saranno impossibilitati a «rilasciare autorizzazioni per l’apertura, il trasferimento di sede, l’ampliamento della superficie di grandi strutture di vendita».

Si tratta di una vera e propria inverisone di tendenza che Palermo intende dare ad un settore che ha vissuto di anarchia e dei vantaggi del cosiddetto -silenzio assenso-. Finora il -far west- delle autorizzazioni ha visto comuni operare in presenza anche della singola variante urbanistica commerciale, «al fine di dare risposte alle istanze provenienti dalle imprese», risultando così inadempienti rispetto alle norme di attuazione emanate dalla Regione. «Questa amministrazione – si legge nella circolare – intende farsi promotrice di un processo di revisione della disciplina regolatrice della materia de qua, al fine di favorire, tra l’altro, una maggiore coerenza ed una più razionale evoluzione della rete distributiva locale con lo sviluppo organico di tutto il territorio regionale».

I comuni, dunque, «dovranno dotarsi di specifica programmazione urbanistico commerciale entro e non oltre 180 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana della circolare. In mancanza la Regione avvierà le procedure per l’attivazione dei poteri sostitutivi. Nelle more, dovranno essere considerate inammissibili dai comuni sprovvisti di programmazione urbanistico-commerciale nuove istanze per l’apertura, il trasferimento di sede e l’ampliamento della superficie di grandi strutture di vendita».