Palazzo Zanca, non si è ancora chiusa la partita delle partecipate

Gli scenari sono in continua evoluzione e non sono per nulla statici. Per quanto possa sembrare chiusa, la partita tutta politica che ruota attorno alle nomine dei vertici delle società partecipate è ancora aperta, e anche nei giorni di festa a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno se ne è parlato. Il nuovo consiglio d’amministrazione dell’Ato3, in particolare, ha provocato più mugugni che altro, e per più di un motivo. Mugugni sedati, però, da quella che pare molto più di una semplice eventualità: entro una quindicina di giorni si rifarà tutto da capo. Le indicazioni giunte da Palazzo Zanca, infatti, sarebbero state quelle di un Cda “provvisorio-, in attesa che si dia corso alla riforma degli Ato.

Così si spiegherebbero due fattori: il primo, la doppia poltrona di Antonio Ruggeri, attualmente sia capo di gabinetto del sindaco che presidente dell’Ato3; il secondo, la mancata nomina dell’amministratore delegato, figura chiave nella società d’ambito, che fino alla vigilia cucita addosso a Luciano Taranto, uomo di fiducia di Gianpiero D’Alia.

Gli scontenti, dicevamo, non mancano. E non parliamo solo di quella parte dell’Udc vicina al senatore, che sembra in attesa di altro (ne parleremo più avanti), ma anche nel Pdl. In primis Pippo Trischitta, già dimessosi dal gruppo consiliare del Pdl in disaccordo con alcune scelte dell’amministrazione, che oltre al “danno- di non essere stato preso in considerazione per nessuna delle partecipate, si è ritrovato con la “beffa- della nomina a sua insaputa della cognata, Rita Restuccia, nel Cda dell’Ato3. Ma non finisce qui. In molti hanno storto il naso di fronte alla riconferma, da parte della Provincia, di Nicola Brianti, uomo di Nanni Ricevuto (una sorta di Bisignano-bis). Parte del partito avrebbe preferito qualcun altro, ad esempio Roberto Nicolosi, rimasto a sorpresa fuori dal consiglio comunale, e che secondo le classiche voci di corridoio sembrava destinato a un ripescaggio.

Ripetiamo, entro un paio di settimane tutto potrebbe nuovamente cambiare. E non solo all’Ato3. Non è ancora chiaro, infatti, quale sarà il futuro dell’Atm. Se fino a poco tempo fa si dava per scontato che rimanesse commissariata, l’azienda trasporti potrebbe invece a sorpresa avere un consiglio d’amministrazione. Per il momento è solo un’ipotesi, anche perché una frangia consistente del Pdl spingerebbe per la soluzione manager esterno, caldeggiata anche dai sindacati, ma qualora dovesse prendere corpo, l’Udc sarebbe in pole position per la presidenza.

(foto Dino Sturiale)