Partito Democratico, è una corsa fra sindaci

Se prima eravamo in tre… La famosa filastrocca dell’Alligalli potrebbe benissimo essere accostata a quanto sta accadendo attorno alle candidature siciliane al Partito Democratico.

Dopo Beppe Lumia, infatti, anche Ferdinando Latteri (nella foto), ex rettore dell’Università di Catania, ha ritirato la propria candidatura, decidendo di appoggiare quello che è ormai l’unico nome dell’area Veltroni, il sindaco di Messina Francantonio Genovese. Sarà una corsa a due, dunque, a contraddistinguere le primarie che il 14 ottobre sanciranno l’elezione del leader regionale del Pd: l’unico a non piegarsi alle direttive -epistolari- giunte da Roma (l’ultima, la lettera del vice di Veltroni, Dario Franceschini, che ha indotto Latteri ad abbandonare la corsa) è stato, dunque, Salvatore Messana, sindaco di Caltanissetta, rappresentante della corrente di Enrico Letta. Due sindaci a confronto, dunque, con Genovese, dato per favorito per le grosse spinte che giungono, appunto, da Roma, e Messana, l’outsider, che si propone come la reale scelta proveniente -dal basso-.

Curioso l’iter che ha contraddistinto le varie candidature. Tutto è cominciato a fine luglio, con l’insediamento dei vari comitati provinciali dei saggi. Il primo nome venuto fuori fu proprio quello di Ferdinando Latteri, proposto dalla corrente rutelliana della Margherita. Siamo ancora nei primi giorni di agosto, e anche Luciano Violante propone un nome, quello del palermitano Sergio Mattarella, ex vice presidente del Consiglio nel Governo D’Alema. Mattarella che, però, rifiuta. A questo punto dalle segreterie romane della Margherita e della direzione dei Ds viene fuori il nome -forte-: Francantonio Genovese, sindaco di Messina. Una candidatura che però spacca, inizialmente, gli stessi Ds, tanto che il 9 settembre Giuseppe Lumia presenta la sua candidatura, che piacerebbe anche ai -lettiani-. Candidatura che, però, dura meno di 48 ore. L’11 settembre, infatti, dopo la corte serrata del vice di Veltroni Franceschini, Lumia si ritira dalla corsa, annunciando al tempo stesso ampia unità di intenti con Genovese. A questo punto i democratici per Letta puntano tutto su Salvatore Messana, sindaco di Caltanissetta, mentre resiste la candidatura di Latteri. Ma solo per qualche giorno. Ragioni di coalizione, dettate dall’ennesimo vertice tra i vari Franceschini, Violante, Cardinale, Speziale e Piscitello, inducono l’ex rettore di Catania a ritirarsi, lasciando solo i due sindaci a giocarsi la leadership siciliana.

Troppo facile sarebbe la metafora della…margherita, e dei petali che uno dopo l’altro sono caduti. Ne sono rimasti due, fra poco meno di un mese sapremo come andrà a finire.