Tutte quelle volte che… è questione di stile o semplicemente di opportunità

Ci sono comportamenti che non sono illegittimi, non sono reati né deprecabili, ma sono semplicemente poco opportuni. Spesso in politica è anche questione di stile.

L’ingresso in Consiglio comunale di Cecilia Caccamo, compagna del sindaco Accorinti, subentrata ai dimissionari Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, rientra nella categoria delle scelte poco opportune, delle cadute di stile alle quali la rivoluzione accortiniana, in questi 3 anni di sermoni su usi e costumi da moralizzare, ci ha abituati. Due premesse sono d’obbligo: 1)Cecilia Caccamo è stata votata dai messinesi e risulta seconda dei non eletti pertanto ha tutto il diritto di entrare in Consiglio e restarci 2) quando si è candidata nella lista Cambiamo Messina dal basso non era ancora fidanzata del sindaco. Il problema quindi non è la legittimità o meno, ma semplicemente l’opportunità, o se vogliamo “l’eleganza” della scelta.

Senza bisogno di usare la frase scontata: “se l’avesse fatto la moglie di Buzzanca apriti cielo”, limitiamoci ad una considerazione lapalissiana: è del tutto legittimo che la fidanzata del sindaco sieda in Consiglio comunale ma è poco opportuno ed è anche l’ennesima caduta di stile di un’amministrazione che ha passato gli ultimi 3 anni a declamare: noi non siamo come gli altri……

Facciamo un ripasso dei comportamenti legittimi ma disdicevoli sotto il profilo dell’opportunità di questa giunta.

Parenti e amici- Nonostante Accorinti periodicamente ripeta il mantra che non è come gli altri e non si circonda di amici e parenti, parenti degli amici, amici dei parenti o amici degli amici, in realtà si contraddice nei fatti sin dal primo giorno.

Ricordiamo che, ad esempio, l’ex vicesindaco Guido Signorino e l’ex capo di gabinetto Silvana Mondello sono parenti e quest’ultima è la cognata di Elio Conti Nibali. Se andiamo a guardare la percentuale di vertici del Cesv e di persone vicine ai vertici del Cesv che a Palazzo Zanca hanno ricoperto vari ruoli o ottenuto incarichi, dall’ex assessore Mantineo, all’esperto Ceraolo, fino all’attuale dirigente dei servizi sociali Domenico Zaccone che è cognato dello stesso Ceraolo, potremmo sbizzarrirci. Per non parlare della capacità di produrre talenti per quest’amministrazione che ha la Piccola Comunità Nuovi Orizzonti. Tra gli esperti a titolo gratuito non sono mancati né gli amici, né i parenti (ci sono casi di esperti parenti anche tra di loro). Lo scorso dicembre agli onori della cronaca è balzato il caso della Manciola da Macerata, che Le Donne definì “un talento da non perdere”, al punto da averla invitata a partecipare alla selezione. La dirigente superò ben due colloqui (uno dei quali con il sindaco) e risultò la migliore per entrambi gli incarichi (capo di gabinetto e dirigente dei servizi sociali). In pochi giorni la Manciola, che Le Donne aveva conosciuto a Macerata si è trovata vincitrice di due selezioni. Niente di male, ci mancherebbe, ma una caduta di stile che a quellicheceranoprima sarebbe costata ben più di un rimbrotto. Tempostretto ha rischiato una querela solo per aver pubblicato la notizia delle figlie degli assessori Mantineo e De Cola, che avevano partecipato e vinto (in due graduatorie diverse) la borsa lavoro giovani. Nulla di illegittimo per carità, ma non era mai successo prima che la prole di assessori si candidasse e vincesse in occasione di bandi emessi dall’amministrazione della quale facevano parte i genitori. La figlia di De Cola ha rinunciato subito, la figlia di Mantineo lo ha fatto dopo che la notizia è stata pubblicata.

Indennità & affini- Altra caduta di stile è l’aver annunciato e messo al primo punto del programma il taglio delle indennità senza concretizzarlo a distanza di 3 anni. Infatti gran parte degli assessori hanno continuato a percepire il doppio stipendio (decurtato perché è la legge che lo prevede), continuando a fare il doppio lavoro, tranne Accorinti che al momento non insegna ed all’atto dell’insediamento ha dichiarato di volerla devolvere ma solo a fine mandato. Finora ha pertanto regolarmente incassato integralmente la sua legittima indennità, né si sa come e quanto e quando devolverà. Potremmo definire una caduta di stile la reazione di Lucy Fenech alle dimissioni di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. La Fenech ha contestato alla Lo Presti di non aver votato la sua proposta sui gettoni di presenza (smentita dall’interessata che quel provvedimento l’ha invece votato) ed ha puntato il dito contro Sturniolo che si sarebbe schierato con i consiglieri coinvolti in gettonopoli prendendosi anche gli applausi. La consigliera dimentica di essere incappata anche lei in 3 sedute di commissioni lampo ma di non essere finita nell’inchiesta solo perché i magistrati hanno stabilito la regola della compensazione. Dimentica pure che da capogruppo ha difeso il gettone di presenza per i capigruppo anche nelle sedute nelle quali non sono componenti e dimentica infine di essere finita in un’interrogazione in merito ai rimborsi auto che richiede risiedendo fuori Messina. Rimborsi che sia Gino Sturniolo che Nora Scuderi, pur abitando in provincia, non hanno mai richiesto.

Cadute di stile in ordine sparso: caduta di stile è stato l’aver assistito, dopo l’arrivo del commissario di Messinambente Ciacci, quello dei suoi amici consulenti ed esperti come Rossi & Co. (senza riscontrare poi alcuna rivoluzione del settore), l’inserimento nel Masterplan del progetto di riqualificazione del basamento del Pilone redatto dallo studio De Cola, la strenua resistenza di Termini alla guida dell’Amam nonostante a chiederglielo sia l’amministrazione che l’ha messo lì, l’aver defenestrato l’assessore Patrizia Panarello senza un motivo ufficiale ed apparente e senza neanche dirle grazie o comunicarglielo prima che lo leggesse dai giornali. Ma il non dire grazie a quanti si sono dedicati, anche gratuitamente, alla causa per Cambiare Messina dal basso, è una regola per Accorinti. Ne sa qualcosa Clelia Marano. O gli esperti “accompagnati alla porta”anche solo per alcune dichiarazioni poco gradite su facebook.

Non c’indigna né ci crea stupore o sconcerto la decisione della fidanzata di Accorinti di non rinunciare alla poltrona in Consiglio ed ai gettoni di presenza. E’ legittimo. L’auspicio è almeno di ascoltare qualche sermone o lezione di etica in meno nei prossimi mesi.

Rosaria Brancato