Non si placano le polemiche, nonostante la scelta di Veltroni di rivedere le liste e ricandidare Giuseppe Lumia numero uno al Senato dopo la precedente esclusione. Ad esempio il segretario della Cgil Maurizio Calà non ha gradito la -retrocessione- di Loredana Ilardi, l’operatrice del call center indicata alla vigilia della stesura delle liste come possibile prima candidata, ma che alla fine si è dovuta accontentare del nono posto. Ha storto il naso anche Valeria Ajovalasit, presidente Arcidonna, che ha dichiarato: «Le liste siciliane sono palesemente in contrasto con quanto previsto dal regolamento dell’assemblea costituente in tema di elezioni: non viene infatti rispettata la quota del 33 per cento di donne sul totale degli eletti». Il segretario regionale Francantonio Genovese, intanto, sta chiudendo l’accordo con i socialisti di Turi Lombardo, con il nodo ancora aperto riguardante il nome di Nino Speziale, al cui “bacino di voti- Genovese non vorrebbe proprio rinunciare.
Passando agli altri partiti, quasi sicuramente la Sinistra Arcobaleno presenterà l’eurodeputato Claudio Fava come capolista al Senato. Per quanto riguarda la Camera, ha creato qualche perplessità la candidatura di Vladimir Luxuria, numero due nella lista della Sicilia occidentale, che potrebbe essere -trasferita- in qualche altra regione. Lista occidentale che vede come capolista Massimo Fundarò, dei Verdi, del quale è nota la forte posizione contraria alla realizzazione dei termovalorizzatori. Per quanto riguarda la Sicilia orientale capolista è Pino Sgobio dei Comunisti Italiani, mentre Francesco Forgione è stato dirottato in Calabria.
L’Italia dei Valori invece, dopo aver definito le formazioni, dovrebbe portare in Parlamento (nel gruppo del Partito democratico) Leoluca Orlando per la Sicilia.
Infine, Maurizio Ballistreri sembra aver sciolto ogni dubbio: seguirà Raffaele Lombardo nella lista “Socialisti autonomisti-, dicendo addio (o arrivederci) al centrosinistra.