Rete ecologia sociale chiede se dopo la morte di Adolfo Parmaliana non sia il caso di riaprire il -caso Messina-

Il portavoce di Rete di ecologia sociale, Giuseppe Restifo, lancia un legittimo ma provocatorio interrogativo ai tre componenti messinesi eletti in Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla mafia, Gianpiero D’Alia, Francantonio Genovese e Francesco Stagno d’Alcontres, chiedendo loro dove fossero domenica 9 novembre, quando nel salone delle bandiere di

Palazzo Zanca, si è discusso dello stato della giustizia e il livello di infiltrazione mafiosa in relazione al suicidio di Adolfo Parmaliana, professore all’Università di Messina.

«All’incontro – continua Restifo – non erano presenti i tre rappresentanti istituzionali di Messina, ma anche a distanza di una settimana rimane lo stesso un quesito»». La Rete di ecologia sociale lo rivolge ai tre parlamentari chiedendo: conoscono l’informativa -Tsunami- e che ne pensano?

La richiesta del gruppo ecologista, presente all’incontro è quella di una presa di posizione da parte di coloro che rappresentano la città in Parlamento, e soprattutto da parte dei tre componenti della Commissione di inchiesta sulla mafia. «Certamente conclude Restifo – a dieci anni dall’omicidio di Matteo Bottari e a un mese e mezzo dall’ultima lettera di Adolfo Parmaliana, sarebbe opportuno che l’attenzione della stessa Commissione d’inchiesta sulla mafia si rivolgesse nuovamente su Messina»