Tangenziale Annunziata-Faro, necessaria per Impregilo, inutile secondo Restifo

«Alla fine, Impregilo si accontenterebbe di fare l’autostrada Annunziata-Faro, e non il Ponte». Lo dice Giuseppe Restifo, portavoce della Rete verde di Ecologia sociale, riportando quanto affermato in una lettera dell’associazione messinese -Obiettivo Ponte- inviata al parlamentare di Italia dei Valori Aurelio Misiti. «Dopo i salamelecchi di rito, -Caro Onorevole-, -diamo atto-, -alla S.V. ed all’on. Di Pietro-, riguardanti la sopravvivenza della società -Stretto di Messina- – scrive in una nota Restifo – l’associazione va al nocciolo della questione. L’Ati, associazione temporanea di imprese rappresentata dall’Impregilo, aveva ipotizzato già da tempo di avviare subito, come stralcio, i lavori per la costruzione dell’autostrada Annunziata-Faro, con le sue gallerie e i suoi viadotti. L’opera – osserva Restifo – del tutto inutile se non viene appaltato il Ponte sullo Stretto, verrebbe a costare circa 400 milioni di euro; ma questa cifra non si sa se sia disponibile fra le somme ex-Fintecna, trasferite al ministero dell’Economia e delle Finanze. Non c’è alcun impegno di spesa in tal senso; d’altronde, in assenza del Ponte, si tratterebbe di uno spreco, dal momento che basterebbe qualche intervento sulla Panoramica già esistente e un raccordo con lo svincolo dell’Annunziata (che ancora non c’è). Il ragionamento di buon senso, che ripropone oggi la Rete verde di ecologia sociale, non attecchisce però sull’associazione -Obiettivo Ponte- e sull’Impregilo: secondo questi due soggetti, -è del tutto evidente, per Messina, la necessità di vedere realizzata la suddetta Tangenziale, in maniera autonoma ed ancor prima della costruzione del manufatto di attraversamento».

«Chiaramente – conclude Restifo – sul tratto di territorio compreso fra l’Annunziata e Faro si confrontano due modelli opposti: quello che coglie l’opportunità di sviluppo offerta dall’essere stato dichiarato Zona a protezione speciale e quello della cementificazione, che non porta alcuno sviluppo duraturo. D’altronde Impregilo sembra essere specializzata in questo secondo schema: non è la stessa impresa delle ecoballe che dovevano risolvere il problema dei rifiuti a Napoli?».

(foto Dino Sturiale)