Area dello Stretto, Garofalo: “Serve un sistema alternativo al Ponte”

Un sistema di trasporti e di collegamenti alternativo al Ponte sullo Stretto, che assicuri quella continuità territoriale finora non adeguatamente garantita ed anzi messa a repentaglio da una progressiva politica di dismissione e di disinteresse. E’ quanto propone il parlamentare del Pdl Enzo Garofalo attraverso una risoluzione presentata il 31 ottobre in Commissione Trasporti. Non è la prima volta che il deputato interviene su queste tematiche impegnando il governo ad interventi fattivi e più volte ha sollecitato incontri con i vertici di Rfi per cercare di dare risposte definitive alla problematica.

“ L’Area dello Stretto- spiega Garofalo- rappresenta un valore da non perdere, basti pensare che Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni insieme costituiscono una vera e propria città metropolitana di oltre 400 mila abitanti nel centro del Mediterraneo; nei territori sono distribuiti su 4,500 kmq, 200 comuni, la cui densità abitativa raggiunge un milione e mezzo di abitanti”.

Se questi numeri da soli giustificherebbero una politica di incentivazione e potenziamento di un sistema efficiente di collegamenti marittimi, ferroviari e stradali la realtà è di gran lunga diversa, e tra l’altro è peggiorata negli ultimi anni sia in termini di qualità del servizio, che di aumento del flusso che di incremento nelle tariffe.

“All’aumento complessivo del flusso- prosegue il parlamentare- di passeggeri e merci non è corrisposto un adeguato e competitivo sistema di opere e di collegamenti infrastrutturali cui si sarebbe dovuto fare fronte attraverso politiche trasportistiche efficienti ed innovative, in grado di riconoscere all’Area dello Stretto, le funzioni di un nodo rilevante della rete di comunicazioni all’interno di un’area euro-mediterranea strategica”.

L’attuale sistema, ha spiegato il pdiellino messinese ai componenti della IX Commissione, è inadeguato sia per i continui aumenti delle tariffe massime nei collegamenti marittimi con le isole minori sia per le difficoltà finanziarie riscontrate nell’assicurare un servizio di collegamento per il trasporto marittimo veloce (basti vedere quanto accade con Metromare) nonchè per l'inefficienza qualitativa dei servizi ferroviari e marittimi in particolare destinati ai pendolari (con la soppressione delle corse sia ferroviarie che marittime, continui ritardi dei treni).

“E’ ormai chiaro l’obiettivo delle Ferrovie di perseguire politiche di dismissione attraverso un ridimensionamento del piano industriale e degli investimenti nell'Area dello Stretto- continua Garofalo- Tutte queste criticità hanno con il tempo causato uno spostamento del flusso dei trasporti sulla rete stradale e autostradale siciliana con conseguenze negative sull’impatto ambientale. il gap infrastrutturale nell’Area dello Stretto, è diventato sempre più evidente nell’attuale fase di crisi economica e richiede una serie d’interventi urgenti”.

Archiviata la realizzazione del Ponte sullo Stretto non si è però pensato in tutti questi anni, anche di polemiche e scontri, ad un sistema alternativo, per dotare comunque l’Area di una rete di infrastrutture trasportistiche adeguate alle esigenze del territorio e della popolazione. Il decreto di liquidazione della società Stretto di Messina, varato dal governo Monti ha provocato, lasciando un vuoto in alternativa, conseguenze penalizzanti per la Sicilia.

“Gli oneri derivanti dagli investimenti effettuati per il progetto- spiega nella risoluzione Garofalo- ed il mantenimento della società concessionaria- stimati attualmente in oltre 300 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero le penali contrattuali di circa 700 milioni di euro, in caso di mancata realizzazione- rischiano di rappresentare un dispendio paradossale di risorse pubbliche”.

Le cifre che lo Stato ha finito per sborsare, in sintesi, equivalgono paradossalmente ad uno sperpero senza che nessuna opera sia stata realizzata. Ma l’aspetto peggiore, per l’Area dello Stretto è la mancata attuazione di un sistema alternativo, che garantisca il diritto alla continuità territoriale.

“Ecco perché serve, e con urgenza la definizione di un nuovo quadro prospettico in grado di prevedere investimenti finanziari- anche attraverso il sostegno di project financing ed il partenariato pubblico e privato- volti all’ammodernamento dei servizi di collegamento marittimi, ferroviari e stradali, che consenta di rendere più efficiente lo spostamento del flusso del traffico dei pendolari e delle merci, attraverso lo sviluppo del trasporto intermodale e delle “autostrade del mare”. Chiediamo quindi un impegno forte del Governo ad avviare in tempi rapidi, iniziative volte ad accrescere i livelli di competitività ed efficienza dell’offerta di servizi disponibili per le diverse modalità di trasporto e a definire un quadro generale alternativo alla realizzazione del Ponte sullo Stretto”.

L’Area dello Stretto, in conclusione, è una realtà a prescindere dal Ponte e Messina non può più assistere impotente di fronte a politiche nel settore dei trasporti che vanno in direzione opposta, verso la dismissione o il depotenziamento. Chiuso il capitolo Ponte, ci sono risorse da non disperdere e che devono essere impegnate per garantire la continuità territoriale. Il quadro attuale è a dir poco desolante, basti pensare la “raccolta di briciole” che stiamo facendo per salvare Metromare, e l’unico modo che abbiamo è pretendere quegli interventi, che al di là delle bellissime parole che si sono sprecate per il Ponte, possono, stavolta sì, renderci parte dell’Italia.

Rosaria Brancato