Chiamato in causa esclusivamente per un timbro sul certificato scritto e firmato dal collega, il medico precisa la sua posizione
“E’ la prima volta che ricevo un avviso di garanzia, non ho nulla a che fare con le persone con le quali sono indagato, né con i poliziotti tanto meno con i pregiudicati che vengono indicati in contatto con gli agenti”.
E’ amaro il commento del dottore Francesco Peditto, medico di base, finito nel calderone delle indagini della Squadra Mobile di Messina su alcuni colleghi “infedeli”.
Il dottore Peditto, assistito dall’avvocato Enrico Chiara, ha già chiesto di essere ascoltato dai magistrati titolari delle indagini per chiarire la sua posizione.
“Non conosco il poliziotto al quale è stato rilasciato questo certificato, non figura nel mio registro pazienti, non l’ho mai visto. Sul certificato c’è esclusivamente il mio timbro, ma è vergato a mano dal mio collega Asciutto, firmato chiaramente col suo nome. C’è soltanto il mio timbro, usato evidentemente dal collega perché è il timbro che c’era nello studio“, spiega il sanitario.
Per i due medici la procura di Messina ipotizza il falso ideologico.