Tiro a segno con carabina: fermati tre messinesi in un terreno privato dell’Unime

Si allenavano al tiro a segno con una carabina calibro 30.06 in un terreno chiuso di proprietà privata dell’Università degli Studi di Messina, nei pressi del polo dell’Annunziata. L’accesso era vietato ma per loro, un 54enne (C.L.), un 49enne (A.N.) ed un 69enne (B.G), questo non caratterizzava alcun problema.

Plausibilmente conoscevano quel terreno da tempo, considerando che i tre uomini sono della stessa zona dell’Annunziata.

Avevano allestito tutto alla perfezione.

Al centro dello spazio avevano piantato una postazione fissa con una base in cemento ed un pilastrino sulla cui sommità posizionavano la carabina. Poco più in là, invece, a ridosso di un muretto in cemento, la sagoma bianca da colpire aveva la forma di un rettangolo in plastica.

Anche sabato pomeriggio si stavano allenando quando, tra un colpo e un altro, il Corpo della Forestale Regione Sicilia del Distaccamento di Messina-Colle S. Rizzo ha sorpreso la loro illecita attività.

Probabilmente il loro scopo era affinare la mira per la caccia al cinghiale, dato che i tre risultano autorizzati all’esercizio della caccia nel territorio dei Monti Peloritani, della dorsale Curcuraci e di Antennamare.

Ma l’arma utilizzata, una carabina Remington, avrebbe potuto anche dar luogo a tragiche conseguenze.

La sua gittata, infatti, è di oltre 1 km e non è escluso che, per un errore di mira, una pallottola avrebbe potuto giungere fino al centro abitato dell’Annunziata andando a conficcarsi chissà dove.

Adesso sul 54enne (C.L.) grava l’ipotesi di reato in trasporto illegale di arma, uso improprio ed omessa custodia della stessa.

Su gli altri due invece, l’accusa è di “buona riuscita” nel reato.

Dell’accaduto è stata informata la Procura Generale del Tribunale di Messina.

Veronica Crocitti

@VCrocitti