Doppio incarico, oggi l’Ars si pronuncerà sul caso Buzzanca. Con D’Aquino alla finestra

Verrà scritta oggi l’ultima parola sul caso Buzzanca? Sono in molti a pronosticare che no, non sarà oggi l’ultimo atto di questa lunga commedia. E che alla fine non succederà nulla, perché lo spirito di autoconservazione della casta non conosce eccezioni. Altri, invece, pensano che l’Ars non potrà far altro che prendere atto di un dato di fatto che, negli ultimi tempi, sembra essere passato in secondo piano: il doppio incarico, sindaco-deputato, è illegittimo, è incostituzionale. Non si può fare. Il punto, ed è la chiave difensiva di Buzzanca e del suo legale Marcello Scurria, è che quando lo stesso è stato eletto prima deputato regionale e poi sindaco si poteva fare e la sovranità popolare viene prima di tutto. E soprattutto al tempo non esisteva l’illegittimità oggi contestata. Concetto ovviamente non condiviso dalla controparte, il primo dei non eletti nel Pdl (oggi all’Mpa), Antonio D’Aquino, rappresentato dall’avvocato Antonio Catalioto, ormai noto come l’avvocato “anti-doppio incarico”. Inutile perdersi nei meandri dei cavilli e dei codicilli che l’uno e l’altro legale (curiosità, entrambi di San Salvatore di Fitalia e un tempo soci di studio) tirano fuori ad ogni occasione: la decisione che verrà presa oggi avrà probabilmente (e non correttamente) una chiave più politica che giuridica.

Il punto è che comunque una decisione andrà presa. La commissione Verifica poteri, dopo il discusso e contestato rinvio decretato il 22 dicembre scorso, non può più tirarsi indietro. Sul tavolo c’è anche la proposta di Buzzanca di uniformare alla decisione assunta il 21 dicembre scorso dalla giunta per le elezioni del Senato, che ha stabilito, sostanzialmente, di “ignorare” la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il doppio incarico, salvando dunque i senatori Antonio Azzolini, sindaco di Molfetta, e Vincenzo Nespoli, sindaco di Afragola. Uniformarsi significherebbe, in sostanza, salvare Buzzanca. Un’altra volta. Già il solo rinvio ad oggi era stato definito da Catalioto «la pagina più vergognosa della storia dell’Ars». Chissà quale potrebbe essere la reazione di fronte ad una decisione definitiva in questo senso dei commissari. Dopo la pronuncia della commissione Verifica poteri, sarà direttamente l’Assemblea regionale a dire sì o no alla decadenza di Buzzanca da parlamentare. Qui in teoria, da un punto di vista politico, il sindaco di Messina rischierebbe di essere sotto. Ma la teoria e la pratica non sempre coincidono. Sarà una lunga giornata. E non è detto che verrà scritta oggi la parola fine.