Senza garanzie nessuna firma dell’Atto Integrativo. Beninati a tutto campo: “affonda” il Ponte e invoca il nuovo Prg

La mancanza del numero legale ha alla fine impedito la votazione dell’ordine del giorno presentato dai 13 consiglieri comunali, con cui, sostanzialmente, si chiede che l’amministrazione non sottoscriva l’ “Atto Integrativo e Modificativo” dell’Accordo di Programma Quadro del 2003 sul progetto del Ponte sullo Stretto. A chiudere i lavori, intorno alle 16.10, il presidente del consiglio Pippo Previti che d’accordo con i capigruppo consiliari ha rimandato la votazione a venerdì mattina. Una lunga discussione, iniziata alle 10.30 e terminata con i banchi dell’aula consiliare semi-vuoti, in cui a far discutere sono state, ancora una volta, le rumorose assenze dei deputati regionali e nazionali, ad eccezione degli onorevole Beninati e Francantonio Genovese, ma soprattutto del sindaco Giuseppe Buzzanca. Quest’ultimo, infatti, come sottolineato da diversi consiglieri, è stato impegnato in altri improrogabili impegni istituzionali fuori e dentro i corridoi di Palazzo Zanca: dalla cerimonia di intitolazione della scuola di Faro Superiore al prof. Donato, alla presentazione del progetto “A scuola con l’Acr Messina”, nel vicinissimo Salone delle Bandiere. A rappresentare il sindaco, gli assessori Gianfranco Scoglio, protagonista di due “corposi” interventi e Melino Capone, silenzioso spettatore degli interventi, ma presente fino all’ultimo, così come il collega di giunta, ai lavori d’aula.

Una seduta lunga e partecipata, come confermano anche le lancette dell’orologio, dalla quale, a conti fatti, almeno pubblicamente, sembra emergere una comunione d’intenti che pur si basa su punti di vista e posizioni politiche opposte: il Comune di Messina non sottoscriverà alcun Atto Integrativo se prima non verranno messe nero su bianco le dovute garanzie, partendo dalle opere connesse che devono essere realizzate con fondi statali e regionali. E’ proprio su quest’ultime però, che le argomentazioni si biforcano. Il punto da cui partire, (utile a tutti non solo agli “addetti ai lavori”) è la categorizzazione, chiarita dall’ing. Caminiti, su sollecitazione del presidente della commissione Ponte Nicola Barbalace, tra opere compensative e mitigatrici, previste per legge, opere connesse, opere propedeutiche e funzionali. Sebbene quest’ultime, come spiegato dallo stesso Scoglio, siano le uniche di cui parla il Commissario Straordinario Ciucci, perché le sole il cui inserimento è contemplato dalla legge nell’accordo di Programma Quadro, non può non far riflettere quanto affermato dall’ing. Caminiti e cioè che «allo stato attuale, nel progetto, non esiste un elenco ufficiale di questa tipologia di interventi» che, peraltro, come dice la parola stessa, andrebbero realizzate prima. Eppure, come ricordato anche nella maggior parte degli interventi, nel privatissimo incontro dello scorso 28 settembre tra Buzzanca e il Commissario straordinario di quelle opere propedeutiche e funzionali ancora non bene identificate, in merito ai contenuti dell’Atto Integrativo (vedi correlato) tutto sembrava essere stato chiarito e condiviso. Discorso analogo a Palazzo dei Leoni.

Le sorprese hanno invece caratterizzato la lunga giornata consiliare. Lo dimostra l’intervento a muso duro contro Ciucci e contro il progetto Ponte, dell’onorevole Beninati: «Era il 2004 quando per la prima volta chiesi di bloccare l’iter perché il progetto, così com’era stato immaginato non avrebbe portato alcun beneficio alla città. Sono trascorsi sette anni e la situazione non è cambiata di una virgola. Mi chiedo cosa abbia fatto in questo periodo il presidente Ciucci. Come si può pensare di ritenere funzionale l’opera se al momento gli svincoli sono incompleti? Ci sono delle opere che devono necessariamente essere realizzate prima dell’opera e non contemporaneamente, solo così si può sperare di far soffrire la città il meno possibile, perché, è inutile nasconderlo, le difficoltà ci saranno e come. A queste condizioni la firma dell’Atto Integrativo sarebbe una vera e propria mortificazione per le istituzioni e per la città. Bisogna mettere dei paletti ben precisi». Un Beninati a tutto campo, che coglie l’occasione per “bacchettare” la Regione «Lombardo ha lasciato sola la città» e anche l’amministrazione comunale, ma in questo caso su un “affaire” tutto casalingo: «Inutile progettare e pianificare senza che vi sia traccia di Piano Regolatore, invito l’assessore Corvaja (in aula al momento dell’intervento, ndr) a presentare in giunta le nuove linee guida del Prg. Al più presto il documento deve essere discusso in consiglio». Assist prevedibilmente “applaudito” e colto al volo dal Pd.

Restando sulla sponda del Partito democratico, intervento atteso anche quello di Francantonio Genovese, unico deputato nazionale presente: «E’ finito il tempo dei sogni, delle favole, il Ponte non si farà, la società Stretto di Messina non ha più ragione di esistere. Dobbiamo avere le idee chiare su quelle che sono le priorità della città e anche quest’amministrazione dovrebbe far capire, una volta per tutte, quale veramente sia la posizione sul Ponte, almeno per non trascinare ancora più nel baratro Messina». Sicuro del fatto suo e pronto a dare la propria interpretazione alle dichiarazioni, a nostro avviso già sufficientemente esplicite, dell’onorevole Beninati, il presidente Ricevuto: «Vorreste far credere – ha affermato il “numero uno” di Palazzo dei Leoni, rivolgendosi agli esponenti dell’opposizione – che l’onorevole è contrario al Ponte, ma in realtà ha espresso la stessa posizione assunta dalla Provincia e dal Comune, e cioè che in assenza di garanzie scritte non ci sarà alcuna firma. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo», fatto salvo il caso degli ormai famosi incontri dello scorso 28 settembre alla presenza dello stesso Ciucci (vedi correlato).

A fare le veci dell’amministrazione, come detto, l’assessore Scoglio: «Personalmente ritengo che il Ponte sia l’unica vera possibilità di sviluppo per la città, ma rispetto comunque le posizioni di tutti. La questione, infatti, non è quella del sì o del no: dal punto di vista amministrativo, fin quando esisterà un accordo fra lo Stato e il General Contractor e quell’accordo rimarrà in essere, il Comune, istituzionalmente, sarà chiamato a partecipare a tutti i tavoli e gli incontri previsti. Un’altra cosa è l’accordo politico, che in ogni occasione abbiamo contestato e continueremo a contestare, fin quando almeno nell’atto integrativo non verranno inserite quelle opere che dovranno finanziare Stato e Regione. A questo si aggiunge l’introduzione di un fondo di progettazione per le opere richieste dal consiglio comunale con la delibera del n°5/C del 25 gennaio 2010. I nostri interlocutori devono essere i governi e non Ciucci, che riveste un ruolo di burocrate, senza voler attribuire a questo termine un’accezione negativa». Insomma, una straordinaria seduta aperta che ha visto tutti d’accordo nel mettere al primo posto gli interessi della città…salvo poi chiudere le porte… (ELENA DE PASQUALE)

(FOTO STURIALE)