Il Corriere della sera “inchioda” D’Alia sul Ponte: ha cambiato idea dopo aver comprato “casa” a Torre Faro

Un articolo di Gian Antonio Stella apparso sul Corriere della sera di stamattina (http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_21/senatore-compra-casa-cambia-idea-sul-ponte-stella_4735f7e6-1b50-11e2-9e30-c7f8ca4c8ace.shtml) sta creando “scompiglio” in città. Nel testo pubblicato sul quotidiano nazionale viene dedicato ampio spazio alla posizione del capogruppo dei senatori nonché segretario regionale dell’Udc, Giampiero D’Alia, sulla questione Ponte. Una posizione che – sottolinea Stella – negli anni è cambiata radicalmente e -a suo dire – per una ragione ben precisa.

«Quando il senatore Gianpiero D'Alia, capogruppo dell'Udc al Senato – scrive il noto giornalista – cambiò di colpo idea sul ponte sullo Stretto diventando più talebano degli ambientalisti, i messinesi ci restarono secchi: questa poi! Sorpresa: aveva comprato a prezzo stracciato una villa sul mare dove dovrebbe sorgere uno dei giganteschi piloni del gigantesco viadotto. Un idealista».

Stella ricorda che «fino a quel momento, l'uomo forte di Pier Ferdinando Casini» era convinto che il ponte avrebbe costituito «per Messina una importante occasione che la città, ricca di risorse umane ben preparate, non si lascerà sfuggire». La svolta – scrive ancora – Stella si ebbe nel 2009, quando «il senatore e la moglie avviano l'acquisto della villa a Torre Faro. Bella casa, posto splendido, tre piani, 476 metri quadri catastali, giardino abbastanza grande per ospitare una piscina. Ma soprattutto ottimo prezzo: 220 mila euro. Un affarone. Dovuto al fatto che proprio in quel luogo stanno per cominciare di lì a qualche mese i carotaggi preliminari per costruire uno dei due piloni che devono reggere il ponte sul versante messinese. Due bestioni enormi con una spropositata base rettangolare di 12 metri per 20 e alti 399».

Dall’acquisto della villa nulla fu più come prima, secondo il giornalista del Corriere della sera, che in maniera puntuale, cita dichiarazioni ed interventi contro il Ponte, fatti da D’Alia dal 2009 in poi «partendo dai temi posti dalla tragica alluvione». Quella del .1 ottobre 2009, che causò 37 vittime ma che probabilmente Stella considera solo un alibi per D’Alia e non la vera ragione che ha determinato un diverso approccio alle politiche del territorio e una diversa posizione nei confronti della mega opera.

Stella riconosce che le cose che va dicendo oggi D’Alia sono «sensate e condivise dagli ambientalisti e da buona parte dell'opinione pubblica italiana, siciliana, messinese», ma non gli risparmia la stoccata finale: «se non venissero, appunto, dal pulpito di una villa a Cariddi».

Su quanto pubblicato dal Corriere della sera , avremmo voluto dare diritto di replica a D’Alia, il quale però vuole prima rispondere a Stella, inviando una replica al quotidiano nazionale. Di Ponte, D’Alia aveva parlato anche ieri nel corso dell’incontro elettorale con Crocetta e aveva detto: «Il Ponte è stata una macchina mangiasoldi. Bene ha fatto il Governo Monti a chiudere definitivamente questo capitolo, nonostante le sanzioni di 300 milioni di euro che si dovranno pagare. Il conto – ha aggiunto – dovrebbero pagarlo i politici che hanno illuso i cittadini , indebitandoli per un’opera che non si sarebbe mai fatta». In allegato all’articolo, vi riproponiamo l’intervista video realizzata con D’Alia lo scorso gennaio, in cui spiega la sua posizione sul ponte (min.9,48), partendo dal 2001 . (Danila La Torre)