“Sprecopoli” della Stretto di Messina? I numeri della grande opera che ancora non c’è

I numeri sono numeri. Sono messi nero su bianco. E dicono che per la grande opera infrastrutture più discussa di sempre, una megaopera che ancora non c’è, è stato speso tanto. Tantissimo. Eccoli, i numeri. La Stretto di Messina Spa ha pubblicato l’ultimo bilancio approvato, quello del 2010, dal quale risulta un aumento della spesa destinata in particolare a stipendi e affitti. La perdita di esercizio risulta essere di un milione di euro e gran parte delle uscite riguarda i 54 dipendenti (9 dirigenti, 31 quadri e 14 impiegati). Una spesa cresciuta di anno in anno: il personale della società nel 2009 costava 3,5 milioni di euro, mentre nel 2010 la spesa è salita a 4,9 milioni, in ragione del fatto che nel frattempo sono state fatte 19 assunzioni e che in luogo del contratto degli edili è stato applicato quello dei dipendenti dell’Anas. E ancora: per gli amministratori e per l’ordinaria amministrazione la società ha speso, nel 2010, 3 milioni e 150 mila euro e per le «prestazioni professionali di terzi» la Stretto di Messina Spa ha speso 1 milione e 52 mila euro. In totale, secondo stime della Corte dei Conti, tra il 1986 e il 2008, il lavoro della “Stretto” è costato più di 200 milioni di euro e che, tra trivellazioni, progetti e personale la cifra totale dovrebbe arrivare al doppio. Solo nel periodo dal 2001 al 2006 le spese della società sono state di 88,9 milioni di euro, delle quali 21,3 milioni di euro per consulenze e 28,8 milioni per il personale. Sempre nel 2006 il costo medio di ciascun dipendente è stato di 930mila euro e risultano in corso di affidamento corsi di formazione, in Sicilia come in Calabria, per i futuri addetti alla manutenzione del Ponte e per altre figure attinenti la gestione dell’opera e del rischio sismico.

Tutti numeri che sono parte integrante di un’interrogazione parlamentare che l’ex sindaco e deputato nazionale del Pd, Francantonio Genovese, ha appena presentato al ministero delle Infrastrutture ed al presidente del Consiglio Berlusconi. Genovese chiede di «verificare l’effettivo fabbisogno di personale della Stretto di Messina Spa in ragione dell’attività che è chiamata a svolgere ed in considerazione della situazione di crisi economico-finanziaria che grava sulle casse pubbliche». Dal Governo l’ex sindaco vuole sapere «quali provvedimenti o iniziative intendano assumere il presidente del Consiglio ed il ministro per porre un argine allo spreco di denaro pubblico della Stretto di Messina Spa e per verificare la regolarità, la necessità o l’opportunità delle 19 nuove assunzioni deliberate dalla suddetta società».