Ciucci: “Nei prossimi mesi via alle opere propedeutiche anche in caso di non realizzazione del Ponte”

I cinesi sono interessati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e una lettera di intenti e’ stata sottoscritta con un grande operatore industriale, la Cccc (China Comunication and Construction Company). A riferirlo e’ l’amministratore delegato della societa’ Stretto di Messina, Pietro Ciucci: ”Non e’ un contratto – ha puntualizzato Ciucci- ma attesta un sentimento di interesse del mercato. Nessuno firma contratti in bianco e, ora, il decreto approvato dal Governo da’ un percorso preciso tecnico-finanziario”. Tra i potenziali investitori, oltre alla Cccc, che ”e’ interessato alla realizzazione dell’opera fornendo anche un’assistenza di tipo finanziaria”, Ciucci ha ricordato che anche l’ex ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, aveva avuto contatti con il fondo sovrano cinese, citando anche la China Development Bank e la China Bank.

L’amministratore delegato della Stretto di Messina si è poi soffermato sulla questione delle penali: “Il decreto non prevede penali, è inutile continuare con la polemica. Alla luce del decreto legge del 2 novembre, non si parla di penali ma dell’ipotesi di revoca di concessioni e contratti con il pagamento delle prestazioni effettuate con una maggiorazione del 10 per cento”. Alla domanda se ci fosse una stima di tale importo, Ciucci ha precisato: “Le prestazioni progettuali effettuate hanno un valore nell’ordine di 80 milioni di euro, l’80% gia’ pagato dalla societa’, e il 10% sarebbero 8-9 milioni”.

Ciucci parla anche delle opere propedeutiche: ”Nei prossimi mesi’ saranno realizzate opere infrastrutturali funzionali all’esigenza trasportistica anche in caso di mancata realizzazione del Ponte, gia’ come’rese nel progetto definitivo dell’opera, come prevede il decreto legge”.

“Il decreto legge varato dal Governo – prosegue Ciucci – e’ apprezzabile e da’ alla societa’ Stretto di Messina quell’indirizzo chiaro che negli ultimi anni e’ mancato. In questi anni la societa’ s’e’ fatta carico di contenere i costi. Ora- ha evidenziato Ciucci – c’e’ il decreto che da’ la massima certificazione che la societa’ e’ operativa e che il progetto deve essere sottoposto a uno scrutinio sia tecnico che finanziario”. Per Ciucci, l’iter indicato dal decreto e’ ”assolutamente percorribile e fa riferimento a una clausola contrattuale, incardinandola sulla realta’ attuale; attualizza e da’ forza a questa norma”. ”Il decreto – ha detto ancora Ciucci – indica un percorso non facile ne’ in discesa per nessuno, ne’ per la societa’ Stretto di Messina ne’ per il contraente generale, ma fa estrema chiarezza su chi deve fare che cosa”.

Ciucci ha poi respinto le critiche mosse al suo operato ai vertici della societa’ Stretto di Messina: ”L’ipotesi che io abbia qualcosa da nascondere o da difendere mi offende” – ha detto – evidenziando che la societa’ si e’ sempre mossa ottemperando ai propri obblighi e nel rispetto delle leggi e delle direttive. ”Perche’ avrei dovuto mettere in liquidazione la societa’? Perche’ avremmo dovuto noi anticipare delle decisioni? Con quale potere?”. E, ancora, con una nota polemica, rispondendo a un parlamentare, Ciucci ha tenuto a sottolineare che ”le mie dimissioni sono sul tavolo dell’azionista sempre, ogni giorno e non solo alle scadenze triennali, se si ritiene che sia d’ostacolo”.

“Il decreto legge di novembre – conclude l’ad della Stretto – e’ buono perche’ indica un percorso, non facile, pero’ lo fa con estrema chiarezza e ci permette di andare sul mercato a reperire risorse. Sotto l’aspetto tecnico il progetto definitivo e’ gia’ pronto e sta all’esame dei Ministeri competenti da molti mesi”.