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Ponte sullo Stretto, i no di Bonelli: “Non trasformiamo Messina in un cantiere perenne”

MESSINA – La commissione ponte ha accolto il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, deputato eletto con Avs, e la responsabile Trasporti di Sinistra Italiana, Maria Campese. Con loro anche Mauro Mangano, segretario regionale di Europa Verde.

“No atti riservati, faremo esposto a Ue”

“La mia posizione è nota, sono contrario al ponte sullo Stretto non da oggi ma da tempo – dice Bonelli -. La Sicilia è una terra di cui non mi sento estraneo ma che porto nel sangue. Sia secondo il vecchio sia secondo il nuovo codice degli appalti, non si può fare un’opera di così alto impatto senza coinvolgere la cittadinanza. Su questo tema presenteremo contestazioni formali all’Ue. La seconda contestazione è che ci troviamo di fronte a un’opera che cambierà drasticamente la città non solo per il ponte ma anche per tutto il resto. Parliamo di una quantità di scavi e operazione così enorme da cambiare totalmente anche la vivibilità della città stessa. Cosa si dirà quando avremo a che fare con una cosa simile? La contestazione formale che trasformeremo in un esposto all’Ue è che non c’è una valutazione di impatto ambientale strategica. Perché non viene fatta se è espressamente richiesta? Ho fatto atti rispettivi e richieste per richiedere documenti che alla fine ci sono stati dati parzialmente. Mancano gli atti negoziali tra la Stretto di Messina spa ed Eurolink, non accettiamo la riservatezza su questo aspetto. Aggiungo che la società Stretto di Messina sta per redigere l’accordo con Eurolink per gli obblighi legali dello Stato italiano in caso di mancata realizzazione dell’opera. Salvini ha risposto che non è competenza del governo, ma non possiamo delegare la gestione di 13 miliardi e mezzo in un rapporto privatistico tra due società. Non possiamo dir loro di gestire le penali come meglio credono perché se dovesse verificarsi uno stop come col governo Monti, quanto dovremmo pagare? Può essere questo un atto riservato? Chiedo al Consiglio comunale di chiedere espressamente all’ad Ciucci di poter leggere questo documento sulle penali. A noi è stato detto che sono riservati. È inammissibile”.

Il vento

Poi sulle 68 raccomandazioni del Comitato scientifico. “Ciucci dice che le prove del vento sono state fatte ma per i nostri tecnici sono state usate scale troppo basse. Tanto che il comitato scientifico chiede ulteriori prove sulla turbolenza. La società ha risposto che potrebbe farlo ma che ha bisogno di tempo. Da qui la domanda: ma chi è che sta mettendo fretta? Siamo di fronte al primo ponte a campata unica di 3.300 metri con strada e ferrovia. Non ne esistono al mondo. Ciucci dice che è fattibile, esperti di varie università si dividono tra chi dice che siamo al limite e chi oltre il limite. Il dato che sottopongo è nel regolamento delle ferrovie italiane: siccome il coefficiente di Rfi sulla deformabilità delle rotaie è di 1 a 600, perché la Stretto di Messina prevede 1 a 157? Il problema dell’oscillazione così è molto serio. Questi elementi saranno oggetto dell’integrazione dell’esposto alla Procura. I soldi degli italiani e dei siciliani, visto che parliamo di Fondi Fsc sottratti alla Sicilia per questa operazione, devono essere usati per depuratori, infrastrutture, ponti da ricostruire in giro per la Sicilia. Bisogna avviare una grande operazione di restauro in tutta la Regione”.

Il parere del Comitato scientifico

Poi ha concluso: “Ciucci ha detto che sì, ci sono 68 osservazioni ma il parere è favorevole. Noi chiederemo come sia possibile che il comitato scientifico dica sì nonostante queste osservazioni che cambiano drasticamente tutto. In qualunque parte d’Europa funziona che ti direbbero no con osservazioni così e per questo ci aspettavamo che il comitato non desse il parere. L’altra questione riguarda il computo economico: ma com’è possibile che non sia stato fatto dalla società un computo dettagliato? Questo è un aspetto rilevante perché la nostra preoccupazione è che quest’opera a un certo punto, come prevede l’articolo 2, cominci a costare di più. Il legislatore ha già previsto che possono esserci aumenti di costi. Come si può iniziare a costruire se non si sa quanto costa oggi? Com’è possibile che un progetto definitivo diventi nei prezzi e nella quantità di osservazioni diverso dal progetto esecutivo? La strategia non può essere autorizzare e poi cambiare in corso d’opera, trasformando Messina in un perenne cantiere per decenni”.

Campese: “Unirebbe due deserti”

Poi Maria Campese: “Quest’opera è stata definita inutile, costosa, dannosa e non risolutiva dei problemi di Sicilia e Calabria. Per farlo sono state sottratte risorse alle Regioni del Sud e alla Sicilia, perché si vuole velocizzare il passaggio tra due aree che io definisco deserti sotto il punto di vista infrastrutturale. Si impiegano ore per fare pochi chilometri, io stessa per venire qui dalla Puglia ho dovuto prendere un pullman di notte, perché non c’era altro modo. Collegheremo quindi due territori velocemente ma non possono poi rispondere alla stessa velocità i territori stessi. Bisogna prima sistemare le infrastrutture, le strade, la ferrovia con doppi binari. Le soluzioni per velocizzare il passaggio tra Villa San Giovanni e Messina ci sono: potenziare i traghetti con mezzi capaci di imbarcare i treni senza disassemblarli, perché è questo che comporta perdita di tempo. Senza parlare dei problemi tecnici, già evidenziati da Bonelli. Aggiungo solo che la Sicilia e la Calabria ogni anno si allontanano, a causa di una faglia. E voi meglio di me sapete che è una zona ad altissima sismicità, c’è uno storico di cui tener conto ma non solo. È anche un tratto di correnti marine e ventose di straordinaria potenza. Aggiungo i cambiamenti climatici: fino ad ora non eravamo abituati a venti così devastanti. Dobbiamo fare conti con trombe d’aria, uragani, fenomeni imprevedibili sempre più potenti. Siamo di fronte a un azzardo. Non si devasta un territorio o si espropriano famiglie in condizioni simili. Ci sono carenze preoccupanti, sembra che ci si voglia incaponire a dire che il Ponte si farà ma con questi presupposti non è così. Saranno soldi sperperati e i nostri territori resteranno privati delle altre opere”.