Giachetti: “Tutti dicono di volere cambiare il Porcellum, ma le parole non bastano”

“Le parole non hanno potere salvifico. Da sette anni ogni mattina i politici si affacciano alla finestra dicendo alla gente: basta con il Porcellum, dobbiamo cambiarlo. Ma le cose non si cambiano con le parole, si cambiano con i fatti”. Così Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, renziano nel Dna, promotore del “No porcellum day” e in sciopero della fame per protesta contro l’ostruzionismo di un intero Parlamento verso qualsiasi tipo di riforma elettorale, a Messina, a Santa Maria Alemanna. L’occasione delle due tappe messinesi di Giachetti (la seconda nel tardo pomeriggio a Nizza di Sicilia), è stata la presentazione ufficiale del Big Bang Messina, le associazioni che fanno riferimento a Matteo Renzi in tutta Italia e che non sono Circoli del Pd ma “luoghi” dove quanti hanno la voglia e la passione di tornare a far politica possono ricominciare a farlo. Persino nell’era del Porcellum.

Ad aprire l’incontro, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni Big Bang di Messina e provincia, dei renziani vecchi e nuovi, del deputato regionale Giuseppe Laccoto e del segretario provinciale del Pd Basilio Ridolfo, è stato Alessandro Russo “Si parla troppo di percentuali e troppo poco dei problemi veri- ha detto- Siamo stati i primi a denunciare certe pratiche nel partito messinese ed agli ultimi arrivati, anche a quanti fino a mezzogiorno di ieri non erano con noi, oggi diciamo: benvenuti, vi accogliamo a braccia aperte ma sappiate che quei metodi con i quali eravate abituati a convivere con Renzi non ci saranno più”.

E’ toccato al professor Paolo Falzea, ordinario di diritto Costituzionale nell’ateneo di Catanzaro, tracciare il quadro generale di un sistema elettorale, il Porcellum che definisce “un obbrobrio da cambiare subito”. Il docente si è soffermato sulle attese nei confronti della decisione della Corte Costituzionale, (il 3 dicembre) in merito alle eccezioni di incostituzionalità di tre elementi della legge: “le liste bloccate, il premio di maggioranza senza soglia di sbarramento che rischia di alterare il risultato del voto, come accaduto a febbraio. Infine il premio di maggioranza che al Senato comporta conseguenze diverse tra regioni e regioni”. Al di là degli aspetti strettamente giuridici il problema, ha chiarito Falzea “non è solo la costituzionalità, ma il fatto che il porcellum è eticamente intollerabile”.

Ed è proprio sugli aspetti etici e sulle “perversioni” che il porcellum ha causato nei rapporti tra eletti, anzi nominati ed elettori, che è intervenuto Giachetti.

“Da sette anni ascoltiamo tutti dire, basta col porcellum. Da due anni, da quando la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum, nonostante un milione e 700 mila firme raccolte, tutti, da destra a sinistra, dicono che vogliono cambiarlo. Lo fanno durante la campagna elettorale. Poi, il 29 maggio, quando un centinaio di parlamentari, me per primo, presentano la mozione per il Mattarellum, viene bocciata. E da chi? Dallo stesso Pd che ogni giorno per anni ha dichiarato di volere cambiare la legge. La nostra mozione è stata votata solo da Sel e Movimento 5 Stelle, ma i grillini ci hanno appoggiato solo quando hanno capito che il Pd avrebbe votato contro, e non sarebbe passata”.

Insomma, come sussurra qualcuno “Il porcellum ha poche mogli ufficiali ma tantissime amanti nell’armadio”.

Ed infatti da giugno si è fatto di tutto per boicottare ogni tentativo di riforma, al punto che adesso il testo è al Senato, la vera palude pro-porcellum, perché la composizione di questa Camera è proprio figlia di quella legge.

“Il governo delle larghe intese- continua Giachetti- è figlio del Porcellum ed il paradosso è che nonostante le parole non possiamo cambiare la legge perché in quel caso cadrebbe il governo. Oggi più che mai il rischio è che si torni al voto sempre con questo sistema”.

La principale degenerazione della legge è che i nominati finiscono con il non dover rispondere più ai loro elettori, ma ai capi partito, pertanto valgono più i “sì” che non le idee. Il parlamentare si è detto poi soddisfatto di tutti i nuovi ingressi “il progetto non viene inquinato se chi tiene in mano il timone lo fa saldamente”, ma invita ad un profondo rinnovamento “tutti noi che abbiamo a vario titolo governato nell’ultimo ventennio non siamo riusciti a cambiare le cose. La storia ci dirà se a vario titolo abbiamo fallito, ma abbiamo il dovere di fare un passo indietro nei confronti di quanti non hanno sulle spalle la responsabilità di non aver fatto nulla per cambiare in questi 20 anni”.

Numerosi gli interventi al dibattito, come Valerio Morabito, dei FutureDem, i giovani renziani, che si è soffermato sul “partito open” e sulla necessità di cambiare il sistema dei signori delle tessere “il serpente che non cambia pelle muore”, Sebastiano Lucerna, Big Bang Messina, che ha citato Einstein “Non possiamo pretendere che le cose cambino se noi facciamo sempre le stesse cose. La vera crisi è quella dell’incompetenza”. Ciccio Palano Quero ha poi rivolto un invito al neosegretario provinciale Ridolfo: “Il 2013- ha detto Quero- è stato l’anno degli errori, a livello nazionale e locale. Errori dettati da un metodo che ha eliminato ogni forma di confronto. Persino sulle larghe intese non c’è mai stato confronto. Basilio, a Messina il Pd non è mai nato. Ti chiediamo di farti carico di non consentire che accada più”.

Ridolfo, che si insedierà ufficialmente lunedì pomeriggio ha accolto la proposta di Quero, annunciando un’apertura a tutte le anime del Pd anche negli organismi “I tatticismi non mi piacciono, ho accettato di fare il segretario in nome dell’unità e ho bisogno della vostra presenza e competenza. Da solo non posso farcela”.

Rosaria Brancato