Tariffe Tares: parere positivo dei revisori, ma la strada sembra tutta in salita

Durante la seduta del Consiglio Comunale, fissata alle 18 ed iniziata un’ora dopo e per la prima volta in diretta streaming, non ci sarà ancora il tanto discusso piano tariffario Tares. Il documento non è ancora stato trasmesso all’ufficio della Presidente Emilia Barrile, oggi però si è espresso il Collegio dei Revisori dei Conti. Il presidente Dario Zaccone e i colleghi Federico Basile e Giuseppe Zingales hanno esaminato il provvedimento che stabilisce quanto i messinesi dovranno pagare per la nuova tassa sui rifiuti e posto parere positivo senza riserve. Adesso dunque il piano potrà passare al vaglio della I Commissione Bilancio e poi subito in Consiglio, ma la strada si preannuncia tutta in salita. Anche oggi i capigruppo si sono riuniti per tornare a discutere dopo l’incontro di ieri con l’assessore al Bilancio Guido Signorino, servito in pratica a ribadire l’impossibilità per il Comune di Messina di seguire un’altra strada rispetto all’introduzione della Tares.

I malumori, anche tra consiglieri che hanno approvato il regolamento, si stanno moltiplicando in vista del momento in cui le tariffe approderanno in aula. C’è chi continua ad essere convinto che approvare la Tares fosse un obbligo assoluto anche perché, come hanno anche chiaramente affermato i revisori dei conti, senza la nuova tassa il Comune avrebbe dovuto dichiarare immediatamente dissesto. C’è chi invece continua a ribadire un no secco al nuovo tributo. Anche oggi Pippo De Leo, capogruppo del Megafono, ha ribadito che dopo non aver votato il regolamento si asterrà anche dal voto sulle tariffe e probabilmente anche da quello sul bilancio. Motivazione: impedire che siano solo i cittadini a pagare. Elvira Amata dei Dr ha invece ribadito che senza un confronto con l’amministrazione sulle tariffe la delibera non avrà vita facile. Pd e Udc anche questa volta sono pronti a collaborare con l’amministrazione ma non hanno intenzione di approvare un piano a scatola chiusa. Del resto, l’articolo 23 del regolamento prevede la possibilità per il Consiglio Comunale di concedere riduzioni e esenzioni della tariffa, oltre a quelle già regolamentate, per persone che vivono in situazioni economiche disagiate, ma solo se certificate dai Servizi sociali del Comune. Dunque si proverà a sfruttare questa possibilità per provare ad alleggerire la tassa per chi non sarà in condizioni di pagare. Dove reperire la copertura finanziaria per evitare di spalmare i costi sugli altri?

Il capogruppo Udc Mario Rizzo ha avanzato l’ipotesi di utilizzare parte del “fondo svalutazione crediti” fissato in 2 milioni di euro e inserito nel piano finanziario per la gestione rifiuti. Un fondo previsto per ammortizzare il rischio di mancata riscossione che il Ministero prevede debba ammontare allo 0,5% del totale complessivo tariffario. Per Messina dovrebbe essere dunque di circa 500mila euro ma l’amministrazione ha preferito prevedere 2 milioni di euro, ritenendo la cifra “maggiormente realistica”. Per il consigliere Rizzo però una parte potrebbe invece essere destinata a ridurre le tasse per le fasce disagiate, riducendo di conseguenza l’evasione a cui si andrebbe incontro visto che queste fasce probabilmente non pagherebbero comunque perché impossibilitate. La proposta è allo studio del consigliere, probabilmente se ne discuterò con maggiori dettagli durante le prossime sedute.

In casa Udc posizione più critica del consigliere Libero Gioveni. che conferma in toto il suo voto a favore del regolamento e la bontà del lavoro svolto dall'aula nell'ottica di aver evitato momentaneamente il dissesto. Di contro, però, il consigliere, nell'auspicio che ci possano essere le condizioni giuridiche in aula per aumentare il numero delle rate della Tares, ribadisce che se non verranno rispettate le condizioni iniziali sulla possibilità di sconti e riduzioni per i cittadini virtuosi non ci sarà da parte sua "voto responsabile" che tenga per giustificare l'approvazione di un tariffario che, al contrario, rischia invece di diventare per i cittadini sempre più un "bollettino da guerra".

Francesca Stornante