Largo Avignone, Sgarbi: “Via il Soprintendente”, ma sbaglia persona

In attesa che si chiariscano i passaggi della vicenda, infuriano le polemiche sull'abbattimento del palazzo pre terremoto di Largo Avignone.

Oggi l'Assessore ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi, intervenendo a Firenze sulla sua esperienza siciliana, ha puntato il dito contro il Sovrintendente di Messina. "Ho fatto molte cose, nei limiti in cuis i possono fare restando sul piano della pura volontà – ha detto Sgarbi a proposito del suo operato da componente della Giunta Musumeci – Ho programmato la riapertuta di Morgantina e Mozia. Un sovrintendente completamente suonato ha consentito l'abbattimento di un palazzo a Messina del Settecento perché non lo ha vincolato. Io l'ho cacciato subito e ho chiamato gli ispettori per andare a indagare. Messina è una citta che è stata terremotata nel 1909, è assurdo buttar giù un edificio del Settecento. Questo significa che ci sono mille problemi su cui occorre una grande attenzione perché il patrimonio siciliano sono solo sia valorizzato per quello che è ma si conservi nella misura in cui c'è, evitando speculazioni".

Contattato, Sgarbi ha chiarito che il Sovrintendente in questione è al suo posto, non è stato adottato alcun provvedimento ma è sua intenzione farlo. Intanto gli uffici palermitani del Dipartimento, sotto suo input, stanno verificando tutto l'incartamento relativo al caso anche perchè il parere positivo all'abbattimento dell'edificio risale al 2013 quando in carica era l'ex sovrintendente.

Una indagine interna l'ha annunciata anche l'assessore comunale Sergio De Cola, che ha affermato che il Diparimento Urbanistica del Comune non ha mai autorizzato alcun abbattimento.

La querelle giudiziaria tra l'impresa che vorrebbe edificare nell'area e gli enti preposti risale agli anni addietro, e i passaggi più recenti sono del 2013, quando la sovrintendenza diede parere positivo alla costruzione del grattacielo, l'amministrazione si disse contraria e l'impresa fece ricorso al Tar. L'aspetto paradossale fu che il Comune non si presentò in giudizio davanti al Tar, che accolse quindi l'istanza dell'impresa che chiedeva la sospensione del divieto di demolizione per poter avviare il cantiere (leggi qui l'articolo).

Il Sovrintendentende in carica all'epoca non era l'attuale, Orazio Micali, ma il precedessore Rocco Scimone. Micali infatti ha intimato la sospensione dei lavori e sta verificando l'accaduto