Limosani: «Manca una strategia per lo sviluppo del turismo»

Recenti indagini sul turismo rivelano che la propensione alla visita della regione Sicilia da parte degli stranieri è molto elevata; il 10% degli intervistati -tra coloro che prevedono di fare un viaggio nei prossimi tre anni in Italia- desidererebbero visitare la Sicilia, contro la Liguria 2,7%, l’Emilia Romagna 1,7%. Lo studio, inoltre, rileva come sia in aumento la propensione verso le "vacanze culturali" e l'utilizzo del mezzo aereo.

Grazie alla presenza di grandi attrattori turistici internazionali, come il sito di Taormina e le isole Eolie, la città metropolitana di Messina registra il numero di visitatori più alto in Sicilia -28% circa del totale degli stranieri presenti sull’isola-. Il principale mezzo per il trasporto passeggeri in arrivo è l’areo (65% dei passeggeri).

Ora, il potenziamento dell’aeroporto di Catania, un collegamento veloce ferroviario diretto Catania Fontanarossa-Messina-Milazzo, l’ampliamento della tangenziale etnea, una corretta e puntuale manutenzione della A18 sono opere essenziali per ridurre i tempi di percorrenza tra la infrastruttura aeroportuale e le destinazioni finali. Così come, data la consistenza del settore turistico nella ex-provincia di Messina, è auspicabile la realizzazione di “un’infrastruttura aeroportuale di terzo livello”, possibile anche con fondi interamente privati, nella zona del mela o in prossimità dei Nebrodi, a servizio dei flussi turistici provenienti dall’estero e dal paese, e di un collegamento “eco-compatibile” tra il versante ionico e quello tirrenico in grado di mettere in connessione i due più importanti cluster turistici della città metropolitana. Ma tutto ciò non basta.

Oltre ad un piano per le infrastrutture e la mobilità serve l’elaborazione di una politica di sviluppo del turismo. Un piano in grado di promuovere la crescita delle strutture ricettive, di coinvolgere i territori che insistono sui principali attrattori (Taormina e il comprensorio ionico, l'area dei nebrodi), favorire la riduzione dei costi, preservare la qualità dell’ambiente, incoraggiare una formazione specialistica degli operatori e gli investimenti in tecnologia, incentivare l’integrazione dei settori –agroalimentare-culturale-artigianale-commerciale. Un progetto complessivo di rilancio, quindi, che richiede l’elaborazione di un piano sul turismo della città metropolitana di Messina.

Senza una regia politica e senza un piano integrato di interventi che coinvolga i privati anche lo sviluppo di un settore promettente e interessante per la nostra economia rischia di essere un'altra occasione sprecata.

Michele Limosani