La Marina Militare punta su Messina. De Giorgi: “Potenziare la presenza navale nella base”

I venti di crisi nel Mediterraneo e i nuovi sviluppi del problema immigrazione, impongono di potenziare la presenza navale nelle basi di Messina, rimessa a nuovo, e Augusta”. Con queste parole il Capo di Stato Maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, ha sottolineato la grande “importanza strategica della Sicilia”, nel corso della sua recente visita ad Augusta. De Giorgi – che si dichiara soddisfatto dei vari sopralluoghi effettuati in tutte le strutture, da Marisicilia a Comforpat, passando per Terravecchia, Palombara e l’Arsenale – conferma la volontà della Marina Militare di puntare sulla base navale in riva allo Stretto. “La situazione economico finanziaria della Forza Armata spiega il Capo di Stato Maggiore – non ci permette di acquistare o realizzare nuove strutture e quindi dobbiamo valorizzare quelle già esistenti”.

Il Ministero della Difesa, in concerto con la Marina, coltiva l’idea di potenziare la Base Navale della Cittadella già da tempo. Il Marzo scorso, la notizia che alcune navi della marina militare di stanza nel porto di Augusta, sarebbero tornate a Messina, dopo ben dodici anni. A suo tempo, il Comando di Augusta precisò che in nessun modo si sarebbe trattato, comunque, di un ampliamento della base di Messina, ma di una “rivitalizzazione”, una manovra, cioè, “atta ad infonderle nuova vita”. Le unità da trasferire erano inizialmente due pattugliatori. Subito, però, si pensò all’opportunità di spostare nella Falce un’intera “squadriglia” – termine che designa in gergo marinaro, una squadra di quattro pattugliatori – con tanto di comando annesso.

Riattivare la base di Messina è una decisione diametralmente opposta a quella che ha visto il 1° Novembre del 2002 la riconfigurazione del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia con la chiusura delle basi operative di Messina e Trapani e il trasferimento totale del Comando nel porto di Augusta. Oltre dieci anni dopo, l’arrivo alla base dei pattugliatori da Augusta ha comportato, inizialmente, problemi logistici, soprattutto per quanto riguarda lo spazio. Il porto della Cittadella, infatti, è stato utilizzato negli anni, tramite una convenzione, dai mezzi della Guardia Costiera.

Se il Ministero della Difesa, tramite la Marina, punta su Messina, lo stesso fa il Viminale, che da tempo ha inquadrato la città dello Stretto in uno dei tre centri di “smistamento” di migranti che necessitano d’accoglienza, da realizzare sul territorio Italiano. L’unico in Sicilia. Egregiamente rappresentato, finora, dalla tendopoli di Conca D’Oro, per la quale, a inizio mese, è stato indetto un nuovo bando per l’assegnazione ad un ente gestore fino a dicembre 2014. Nel frattempo, sempre dal Ministero dell’Interno si attende l’ok per l’ex Ipab di 150 posti suggerito in un bando precedente che richiedeva una struttura per la prima accoglienza dei migranti, per il quale la Prefettura di Messina, dopo meticolosi accertamenti, ha dato parere positivo.

Oltre le navi, con un ulteriore potenziamento, Messina arriverebbe a spartirsi con Augusta anche le operazioni in cui è impegnata la Marina Militare, prima tra tutte, quella di Mare Nostrum, nell’ambito della quale, sono state già dirottate sul molo “civile” Marconi quattro navi con a bordo le persone rintracciate in mare dai mezzi della Marina, e una quinta nave era destinata a Messina il 30 Giugno, salvo poi essere dirottata a Catania per la presenza a bordo di un malato di varicella che necessitava di strutture sanitarie più adeguate di quelle offerte in riva allo Stretto.

Eleonora Corace