Ordinanza anti-tir, la Federazione Autotrasportatori contraria al ricorso dell’Aias

Eppure sul fronte ordinanza tir e vicenda Cartour c’è chi non la pensa come l’Aias che ha presentato ricorso al Ministero dei trasporti chiedendo la sospensione del provvedimento. C’è chi dice no al ricorso ed è la Fai, Federazione autotrasportatori italiani, che prende le distanze dall’istanza presentata da Richichi e spiega anche il perché sotto il profilo tecnico e logistico.

“Intanto una premessa- spiegano in Federazione Autotrasportatori– i nostri associati sono stati informati dell’ordinanza e la rispetteranno. Non si tratta di temere le multe, ma di avere rispetto per la legge e le regole. Quindi noi ci adeguiamo a quanto stabilito da un’amministrazione. Quanto poi al provvedimento non siamo d’accordo con il ricorso dell’Aias, perché un conto è il problema dell’attraversamento un altro il collegamento ro-ro, quello delle autostrade del mare. Rispondono a due logiche e due esigenze organizzative diverse. Molti autotrasportatori imbarcano sulla Cartour il rimorchio o il semi-rimorchio, che non necessita di un camionista a bordo. All’arrivo della nave il rimorchio sarà poi preso da un trattore. Spesso può capitare che il rimorchio resti nel piazzale diverse ore. Proprio per questo è indifferente se la corsa è notturna o diurna, o meglio, non è un’esigenza o un’urgenza dell’autotrasportatore la corsa diurna. Quanto poi alla storia della necessità di far presto per via delle merci trasportate, c’è da aggiungere che se ti fai otto ore in nave non puoi dire poi che hai problemi con la merce e devi scaricare subito. La nave diurna evidentemente risponde ad un’esigenza organizzativa degli armatori. Completamente diverso è il discorso dell’attraversamento, perché in quel caso, ad esempio, le deroghe in caso di attese a Tremestieri, o il completamento dell’attracco per noi sono vitali, perché in quel caso sì che abbiamo a che fare con il problema dello scarico delle merci e della deperibilità ed anche un’ora conta. Ma il discorso è molto più ampio e si deve fare anche con Villa San Giovanni, perché anche lì ci sono problemi da risolvere o da affrontare in modo definitivo”.

La Fai quindi ha già iniziato un confronto con l’amministrazione proprio per verificare i punti deboli sia dell’ordinanza (per far fronte alle esigenze di scarico in alcune zone della città) che della questione tir sul fronte Tremestieri, senza fare una “guerra” per quel che invece riguarda i divieti di transito per la Cartour, perché in quel caso, come spiegano, si possono prendere le corse notturne come nel resto dell’anno. In ogni caso, il muro contro muro con la giunta non giova a nessuno e “fa vedere noi autotrasportatori come nemici, come persone che non vogliono regole e non vogliono andare incontro alle esigenze della città- è la tesi della Fai- Noi stiamo avviando un dialogo con il sindaco e con l’assessore, anche sulla vicenda ecopass e sulle tariffe, perché ad esempio, ci viene applicata la tariffa Tremestieri anche quando con le deroghe traghettiamo alla Rada San Francesco. Un’altra priorità è la via don Blasco. Grazie agli autotrasportatori somme destinate alle infrastrutture per quasi 20 milioni di euro sono state “stornate” per la via don Blasco, ma adesso Crocetta, che deve aggiungere il suo 30%, ha chiesto l’adeguamento del progetto ed il rischio è perdere tempo e soldi. Ed è un problema per tutti”.

Intanto sul fronte ordinanza si registra la posizione del presidente Confindustria Messina Alfredo Schipani: “E’ indubbio che le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni non abbiano lavorato per individuare una vocazione di sviluppo del territorio e che nulla abbiano fatto per creare infrastrutture e, quindi, condizioni favorevoli alle attività d’impresa. Lo scopo delle istituzioni è quello di far rispettare i basilari principi costituzionali che impongono di conciliare gli interessi della collettività con la libertà d’impresa, senza pregiudicarne la funzione sociale. Le Amministrazioni hanno il dovere di assicurare un quadro di regole certe, entro le quali l’impresa possa pianificare le attività aziendali, e deve adoperarsi per rendere fruibili le limitate infrastrutture su cui ad oggi possiamo contare. La conciliazione delle varie istanze esige anche concertazioni entro le quali individuare e predisporre soluzioni provvisorie atte a gestire le emergenze; ed è triste constatare che da queste Amministrazioni provengano risoluzioni che si limitano a mettere un freno alla libertà di impresa, mortificando le opportunità economiche del territorio, senza vagliare azioni che possano contemperare tutti gli interessi in gioco”.

Intanto stamattina il sindaco Accorinti con i consiglieri comunali che hanno sostenuto il provvedimento, tornerà alle 10 sul cavalcavia per continuare a spiegare ai camionisti che non conoscono il provvedimento o che, conoscendolo, preferiscono infrangere le regole, le motivazioni che hanno spinto la giunta all’ordinanza. Magari, come dice qualcuno, l’ordinanza farà acqua da tutte le parti e sarà facilmente smontata dai ricorsi, magari non è adatta a dare risposte e crea confusione, magari è solo simbolica e si poteva fare di meglio o di meno, ma Accorinti ci mette la faccia e sta in prima linea, almeno questo gli va riconosciuto.

Rosaria Brancato