Pd,storia di un candidato escluso e di una sede che nessuno conosce

Il rischio è di avere fatto i conti senza l’oste. Già, perché il retroscena dell’esclusione della seconda candidatura alla segreteria del Pd, quella dell’avvocato Mario Franchina, sono esilaranti, quando non emblematici della situazione del partito. Facciamo un passo indietro, alle ore 20 di venerdì 11 ottobre, quando sul tavolo della Commissione provinciale per il congresso arriva l’ormai nota candidatura unitaria di Basilio Ridolfo, supportata dalle firme di un decimo dei componenti dell’Assemblea provinciale. Tutto sembra scorrere come da copione. Peccato che in quei minuti c’erano altri tesserati Pd, tutti NUOVI, che, armati di 211 firme, si apprestavano a competere democraticamente e secondo le regole. Poco dopo le 19.30 Giuseppe Chiofalo, per conto dell’area socialista che fa riferimento al deputato nazionale Pd Giuseppe Lauricella, ha in mano per la consegna la candidatura dell’avvocato Franchina, di Galati Mamertino. Si presenta in via Lodi, dove si trovava la vecchia sede del Pd, ma scopre che non è più lì. Nel sito nazionale del partito la sede cittadina risulta in via Vittorio Emanuele, per intenderci la segreteria di Genovese, ma adesso non è più neanche quella. Alcuni giorni prima, il martedì, c’erano stati contatti tra il gruppo di nuovi iscritti (che sono numerosi in tutta la Sicilia) con la tesoriera Lucrezia Zingales, anche per avere le tessere ed avviare il tesseramento. Un colloquio rimasto senza seguito. Dunque Chiofalo inizia la ricerca di una sede del Pd che, come è noto, non esisteva da tempo e della quale, dopo una serie di telefonate con esponenti del partito, nessuno era a conoscenza. Chiama quindi un componente della Commissione che indica la sede in via Maffei e lo avvisa che lo avrebbe raggiunto di lì a poco. Quando Chiofalo si presenta nella nuova sede di un partito che ha 64 circoli ma una sede ufficiale solo da pochi giorni e sconosciuta ai più, sono le 20.17. “Troppo tardi” fa notare il presidente Enzo Ciccolo, niente da fare. Inutili le rimostranze che fanno riferimento alla confusione che ha caratterizzato il partito in questi mesi e che avrebbero giustificato il ritardo di 17 minuti. La candidatura di Franchina, non viene accettata, neanche la telefonata per conoscere l’indirizzo della sede, viene considerata una giustificazione valida.

“Eppure stiamo parlando di nuovi iscritti, di una nuova linfa che vuole partecipare attivamente alla vita del partito. Non è così che si accoglie chi vuole contribuire a un nuovo percorso”, commenta Mario Franchina, che fa rilevare come degli 11 componenti della Commissione in realtà ve ne fossero 10, dal momento che Luciana Intelisano (area Letta) si era dimessa e non era stata sostituita.

Ma gli esclusi non si sono arresi e non si arrenderanno. Hanno già presentato ricorso alla Commissione regionale per il Congresso (della quale fanno parte le messinesi Liliana Modica e Angela Bottari) che si riunirà mercoledì a Palermo ed alla Commissione nazionale.

Se anche la Commissione regionale dovesse rigettare l’istanza e confermare l’esclusione, il gruppo socialista, ormai Pd a pieno titolo, parteciperà all’Assemblea provinciale ed a tutte le altre fasi congressuali, protestando e facendo valere i propri diritti.

Ancora una volta il caso Messina si ripresenta in tutte le sue stranezze, dall’unità ipocritamente raggiunta in un partito che tutto sanno bene dilaniato dalle divisioni, all’occasione persa per i renziani di scommettere sul nuovo fino ad una candidatura che coraggiosamente e senza ambizioni di vittoria sfida l’apparato che però viene esclusa perché non conosce la nuova sede del Pd (individuata solamente da pochi giorni e non resa nota ai più per motivi di tempo). Qualora, ma conoscendo uomini e fatti lo riteniamo assai improbabile, il ricorso di Franchina dovesse essere accolto, si presenterebbe un nuovo scenario, con un’elezione da fare per la segreteria provinciale e con l’occasione per tutti i ribelli (di qualsiasi area) di votare un esponente del Pd alternativo e di dimostrare con i fatti la volontà di cambiare. Paradossalmente sarebbe proprio quella candidatura alternativa e “terza” che altri non hanno avuto il coraggio di fare e che, proprio perché “terza” e non di una delle due parti avverse, potrebbe davvero essere quella di ricomposizione e unitaria. Ma questa è fantapolitica. Il ricorso non sarà accettato perché nessuno vuole davvero che la fantapolitica sia reale.

Rosaria Brancato