Porto di Tremestieri, giovedì l’incontro al Ministero. Lunedì arriverà la draga

Serve fare chiarezza sul presente e sul futuro. In quest’ottica, è positivo che il Ministero s’interessi alla questione porto di Tremestieri. In che termini lo si saprà dopo l’incontro previsto per giovedì, nella sede di piazzale Porta Pia, a Roma, al quale sono stati invitati il Comune di Messina, l’Autorità Portuale, la Direzione generale per la vigilanza sulle Autorità Portuali, le infrastrutture portuali e il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne, ed il Comando generale del corpo delle Capitanerie di Porto.

Serve chiarezza sul presente perché il porto di Tremestieri si insabbia e diventa inutilizzabile ad ogni mareggiata, col risultato che per lunghi periodi i tir continuano a riversarsi in centro città. La storia recente dice che dal 25 agosto, data in cui sono entrate in funzione entrambe le invasature, si sono verificati due eventi meteo eccezionali, il primo il 5 novembre, che ha comportato una chiusura di 84 giorni, ed il secondo il 21 febbraio. In mezzo, solo 24 giorni di apertura, e adesso ne son già trascorsi altri 11 senza che si sia mossa foglia. Non è ancora giunta, infatti, l’ennesima autorizzazione regionale necessaria per iniziare il dragaggio. Un paradosso, se si pensa che l’operazione è sempre la stessa, ma una realtà con la quale dover fare i conti. L’assessore regionale al Territorio e Ambiente, il messinese Maurizio Croce, venerdì scorso ci assicurava che sarebbe arrivata in giornata e che è allo studio un sistema per semplificare le procedure in futuro (vedi correlato). L’autorizzazione, invece, arriverà presumibilmente alla fine della settimana in corso e, proprio per questo motivo, l’Autorità Portuale ha ritardato l’arrivo della draga che, a questo punto, dovrebbe giungere in città lunedì prossimo, maltempo permettendo.

Serve chiarezza anche sul futuro perché il progetto di ampliamento del porto è impantanato nelle maglie della burocrazia, in attesa di avere la certezza sui finanziamenti. In teoria, gli 80 milioni necessari sono già disponibili ma quelli provenienti dal Governo, 35 milioni, provengono da un mutuo con la Banca Dexia, in scadenza al 31 dicembre di quest’anno, e sono collegati al completamento dei lavori che, ovviamente, non potrà mai avvenire entro quella data. Anzi, sarebbe un successo se entro il 31 dicembre i lavori iniziassero. E’ dunque necessario che il mutuo venga rinnovato, viceversa i fondi sarebbero a rischio. Sotto verifica anche i 20 milioni decretati dalla Regione e i 10 milioni del Ministero. Praticamente gli unici fondi veramente certi sono i 15 milioni messi a disposizione dall'Autorità Portuale che, insieme al Comune, ritiene che l’ampliamento del porto sia la soluzione al problema insabbiamento ma, considerati gli ultimi eventi negativi, ha deciso di affidarsi ad una società danese, la Dhi, per uno studio dell’area e per trovare nuove soluzioni sia sulle due invasature attuali sia sul nuovo progetto.

Di tutto questo si parlerà a Roma e la speranza è che già da quest’incontro possano venir fuori soluzioni per contrastare un problema che in città è sempre più sentito, la presenza dei tir in centro città. Un problema che è stato risolto o almeno mitigato solo a singhiozzo e per il quale serve invece accelerare i tempi e dare risposte definitive.

(Marco Ipsale)