Nuovo edificio funerario al Gran Camposanto. L’Ordine degli Ingegneri chiede la revoca del bando

“…il Rup Giovanni Maimone risulta essere anche il progettista del progetto esecutivo posto a base di gara……Tali funzioni non possono coincidere nel caso di interventi di importo superiore a 500mila euro…” (art.9 comma 4 del Regolamento DPR n.207/2010).

Inoltre “…Prescindendo dal fatto che tecnici del Comune, o comunque nominati dal Comune, diverranno, dunque, sostanzialmente consulenti del Concessionario, per circa 250mila euro, non risulta chiaro dal confronto tra il quadro economico inserito nell’elaborato progettuale dedicato e quello riportato nel citato schema di piano economico-finanziario, quali siano univocamente tali spese…”.

Sono i principali motivi per i quali la Consulta regionale degli Ordini degli Ingegneri chiede al sindaco Accorinti ed al rup Maimone la revoca della procedura e la rettifica del bando di gara per l’affidamento tramite procedura aperta di una “Concessione per la realizzazione e gestione connessa di un nuovo edificio funerario (a ridosso “piramide”) e cellari, in zona G all’interno del Gran Camposanto di Messina”, che ha un importo complessivo di 8 milioni 645mila euro “e quindi abbondantemente superiore a 500mila euro”.

“Infatti – scrive il presidente della Consulta, Giuseppe Maria Margiotta -, da un parte gli incentivi ex art.92 sono previsti al punto B3 nella misura completa del 2% e, benché vengano indicati soltanto come ‘incentivi spese di progettazione’, è evidente che ricomprendano, secondo la normativa, tutte le funzioni di responsabile unico del procedimento, progettazione, direzione dei lavori, coordinamento sicurezza e relativi collaboratori sia tecnici sia amministrativi; dall’altra, al punto B4 del citato schema di piano economico-finanziario, le spese tecniche prima previste genericamente come “consulenze” (con il rilevo prima avanzato) diventano “spese tecniche per ufficio Responsabile procedimento, ufficio alta sorveglianza e collaudi”, funzioni assolutamente rientranti nella precedente previsione B3, ad esclusione soltanto dei collaudi. Tale incongruenze e irritualità risultano ancora più rilevanti in quanto lo schema di convenzione richiama espressamente le previsioni del Piano economico-finanziario e segnatamente le voci B3 e B4”.