Bilancio in ritardo, i guai della mancata approvazione: solo Messinambiente “avanza” 9 milioni

Oggi il bilancio di previsione 2015 approderà finalmente in aula. Una seduta che non sarà affatto scontata, anche se i tempi stringono più che mai. Il documento finanziario dev’essere approvato al più presto per essere inviato a Roma e ottenere lo sblocco dei finanziamenti statali che daranno finalmente linfa e ossigeno alle casse di Palazzo Zanca ormai a secco da mesi. Le conseguenze della mancata approvazione del bilancio sono tante e hanno già provocato non pochi guai, basti pensare alle mense scolastiche, ai ritardi nei pagamenti degli stipendi di partecipate e dipendenti comunali, ai disagi nei servizi sociali. A soffrire di più il settore dell’igiene ambientale. L’Ato3 non riceve più pagamenti dal Comune dal mese di gennaio e ha dovuto affrontare praticamente tutto il 2016 senza l’ombra di un centesimo da destinare agli stipendi dei 51 dipendenti, né tantomeno ai servizi. 600 mila euro che l’Ato3 deve ancora incassare per questi primi mesi del 2016.

Non va meglio a Messinambiente. La società di via Dogali in questi mesi è riuscita a scippare qualche pagamento in più, visto il rischio di precipitare in un’emergenza sanitaria senza precedenti se si fosse fermata la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti cittadini. Ogni mese però è stato un calvario. E anche ad oggi Messinambiente sta ancora aspettando un pagamento di circa 700 mila euro che serviranno per pagare solo gli stipendi di aprile. Questi sono solo gli ultimi soldi che la società di via Dogali “avanza” dal Comune. Perché la mancata approvazione del previsionale 2015 ha fatto maturare un credito che ammonta a ben 9 milioni di euro. Messinambiente ovviamente li reclama e il liquidatore lo scorso 4 maggio ha fatto produrre una certificazione del credito per attestare che il Comune è in debito di questa somma. 9 milioni di euro che si sono accumulati soprattutto in questi mesi del 2016, da quando cioè Palazzo Zanca ha iniziato a ridurre drasticamente, arrivando a dimezzarle, le fatture mensili corrisposte per i servizi di igiene ambientale. In mezzo anche piccole quote che si trascinano dal 2014 e dal 2015. Da qui derivano tutti i guai collezionati in questi mesi da Messinambiente, compresi i ritardi negli stipendi che hanno causato anche giornate di stop dei servizi e inevitabili disagi pagati direttamente dai cittadini. Nel momento in cui il consiglio approverà il bilancio e dunque si sbloccheranno i trasferimenti statali, sperando che nel frattempo non si cada in altri intoppi, Messinambiente batterà cassa perché quei 9 milioni sono necessari per coprire tutti i buchi lasciati in questi mesi, a cominciare dai pesanti debiti con i fornitori. Il liquidatore Calabrò anzi ringrazia proprio i fornitori che hanno avuto e stanno continuando ad avere pazienza, attendendo anche oltre misura quei pagamenti necessari per i servizi resi alla società, soprattutto officine, noleggio dei mezzi, carburante. Il liquidatore chiede addirittura di poter lanciare un messaggio agli istituti bancari di questi fornitori: “La situazione si sbloccherà a breve, abbiate un po’ di tolleranza con chi sta dimostrando di avere a cuore anche gli interessi della città e non solo quelli delle proprie tasche”.

Francesca Stornante